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BOLIVIA, REFERENDUM SANTA CRUZ:  UN FALLIMENTO SECONDO MORALES

Il presidente Evo Morales ha convocato i governatori dipartimentali dell’opposizione conservatrice “a lavorare insieme per una vera autonomia, nel rispetto della Costituzione” giudicando “un fallimento” il referendum convocato ieri nella ricca regione orientale di Santa Cruz, dichiarato illegale dalla Corte nazionale elettorale della Bolivia (Cen). Mentre continuano a rimbalzare sulla stampa nazionale dati solo parziali e ancora privi di riscontri ufficiali sull’esito della consultazione, Morales ha salutato “la ribellione dei settori che hanno resistito a uno status illegale e incostituzionale” sostenendo, in base a cifre in suo possesso, che l’astensionismo avrebbe raggiunto il 39% dei votanti (in totale 935.000). “Nessuno può dire che c’è un vincitore con oltre l’80%. Nonostante le intimidazioni e le umiliazioni nasce una grande ribellione contro gruppi che hanno sempre sfruttato il popolo e le sue risorse economiche” ha detto il presidente indigeno in un breve messaggio al paese, rispondendo al governatore di Santa Cruz, Rubén Costas che ha già procalamato la nascita “di una Bolivia autonoma”. La giornata del voto è stata segnata da manifestazioni di segno opposto sfociate in diversi episodi di violenza principalmente nell’area della capitale regionale Santa Cruz de la Sierra e nelle località di Montero, San Julián e Yapacaní, con un bilancio di almeno 35 feriti, confermato da La Paz. Il governo cengtrale ha anche riferito che si indaga sulla morte di un uomo di 68 anni, Benjamín Ticona, deceduto in circostanze ancora poco chiare a Plan Tres Mil, un umile quartiere di Santa Cruz de la Sierra durante scontri con la polizia.Misna