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Bolivia: l’Osa chiede ai vescovi di «guidare» transizione. Añez presidente ad interim
L'Organizzazione degli Stati americani (Osa), attraverso una dichiarazione del segretario generale Luis Almagro, ha chiesto alla Conferenza episcopale boliviana (Ceb) di «guidare il processo di dialogo e pacificazione elettorale in Bolivia». Nella stessa dichiarazione, Almagro ha spiegato che «il vero colpo di stato è stata la frode elettorale». «La rielezione non è un diritto umano. L'Osa non ha favorito un colpo di stato, quelli che hanno fatto il golpe sono stati quelli che hanno cercato di rubare le elezioni in Bolivia».
Nel frattempo il Paese, dopo due giorni di vuoto di potere, è tornato ad avere un capo di Stato. Si tratta di Jeanine Añez, finora vicepresidente del Senato e rappresentante dell’opposizione. In mancanza di altre figure istituzionali, toccherà a lei guidare il Paese – anche se la seduta del Palamento che doveva ratificare la scelta è stata disertata dai parlamentari socialisti del Mas, che controllano i due terzi dei seggi.
Dalla mezzanotte è così terminato lo sciopero civico in corso da settimane. In precedenza, a metà pomeriggio (ora locale) di ieri la Segreteria generale della Ceb aveva diffuso un ulteriore comunicato, che si aggiunge a quelli dei giorni scorsi, nel quale i vescovi boliviani rivolgono «ancora una volta un veemente appello alla pace e all’armonia tra tutti i fratelli boliviani».
«Che non ci siano più aggressioni tra di voi. Possa la pace regnare nel Paese. Le idee non devono essere la causa di scontri violenti. Le diverse posizioni politiche sono necessarie per costruire nel Paese progresso e libertà, non per scontrarci tra fratelli». Il futuro della Bolivia – continua il messaggio letto dal segretario generale della Ceb, mons. Aurelio Pesoa – «si costruisce nel rispetto delle norme costituzionali e garantendo garanzie ai rappresentanti del popolo, perché agiscano in coscienza e nella ricerca il bene comune». Infine, la richiesta dei vescovi rivolta a tutti di «costruire una Bolivia di pace, compiendo la responsabilità storica che sta di fronte a noi».