(Fonte: ASCA) – La bioetica e la biopolitica non sono cosa da giudici. Quante volte ancora dovremo ripeterlo?. Lo chiede dalle pagine di Libero, Francesco D’Agostino, giurista e componente del Comitato Nazionale di Bioetica a proposito della sentenza del tribunale di Firenze su testamento biologico: Un tribunale – sottolinea – che (e non è la prima volta) si sostituisce al legislatore, per di più in una questione bioetica delicatissima come quella del testamento biologico. E come se non bastasse, poche settimane prima che giunga al voro definitivo un tormentato disegno di legge. Non è leggittimo – spiega D’Agostino – introdurre l’eutanasia nel nostro ordinamento attraverso trucchi giudiziari che altro non sono se non vere e proprie forme di ‘escamotagé che eludono la norma penale che proibisce l’omicidio del consenziente. Sono anni – aggiunge – che i bioeticisti (anche quelli che sono favorevoli al testamento biologico!) lo vanno ripetendo: la delicatezza della questione esige un’apposita legge. Quanto al Tribunale di Firenze, D’Agostino annota: Fa davvero sorridere (ma di un riso amaro) che lo stesso Tribunale faccia appello a principi costituzionali e a valori democratici nel momento stesso in cui prende una decisione senza avere una legittimazione democratica per farlo e forzando la Costituzione.Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Sibilla Santoni, che ha sostenuto il ricorso, il Tribunale di Firenze ha detto sì ad un uomo di settanta anni (in buono stato di salute fisica e mentale) che aveva chiesto la nomina di un amministratore di sostegno autorizzato, per il tempo di meramente eventuale perdita della capacità autodeterminativa e sempre che, nel frattempo, non sia intervenuta manifestazione di volontà contraria, ad opporsi ai trattamenti medico-sanitari, quali rianimazione cardiopolmonare, dialisi, ventilazione e alimentazione forzata ed artificiale.