Opinioni & Commenti
Bioetica, il fronte dell’unità possibile
Era stata pubblicata da poco l’Evangelium vitae: fu deciso di organizzare in Parlamento un Seminario su di essa di cui fu relatore il card. Tettamanzi. Fu anche deciso di preparare insieme una legge possibile sulla procreatica attraverso una serie di incontri mensili.
Poi venne l’aiuto della «Fondazione nuovo millennio»: e gli incontri furono allargati ad altri che non si richiamano in modo esplicito alla ispirazione cristiana. Infine, ci fu l’adesione totale del Forum delle associazioni familiari e del Forum degli operatori sanitari e l’unità del retroterra cattolico sul terreno pre-partitico divenne visibile e coinvolgente. Si moltiplicarono anche gli incontri periferici e i contatti locali con i parlamentari.
Ma appare indispensabile l’unità politica costruita attorno ai temi fondamentali. La vicenda dimostra che può non essere necessario all’unità esprimersi nella forma partito, ma che, è necessaria la definizione di una comune linea strategica e soprattutto una grande unità pre-partitica che non abbia paura della politica e che abbia il coraggio delle proposte concrete. Dimostra anche che il valore della vita, in particolare quella dei bambini non ancora nati, può essere il punto di partenza di una nuova presenza culturale e operativa sul piano sociale e politico dei cristiani. Lo ha già detto Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae.
Ecco i punti principali della legge sulla procreazione assistita, approvata martedì scorso dalla Camera, dopo una serie di votazioni che hanno spesso registrato maggioranze «trasversali» e sollevato molte polemiche, in particolare sul fronte «laico». Adesso il disegno di legge passa al Senato per il sì definitivo, anche se è molto probabile che vengano introdotte delle modifiche costringendo quindi la Camera ad un nuovo esame.