Italia

Bindi (Antimafia) ai vescovi calabresi: «insegnare nelle scuole cos’è la mafia e combatterla»

«La questione meridionale è una questione non risolta – ha continuato Bindi – e sicuramente le mafie traggono vantaggi dall’assenza dello Stato. Ciò, tuttavia, non giustifica e non deve mai farlo; ma è arrivato il momento di dire che la mafia imprenditrice ha reso la Calabria ancora più debole e marginale di prima. Quando analizziamo cause e diseguaglianze non ci dimentichiamo di chiarire che l’essersi radicata nel mondo, insieme con la corruzione, ha reso il Mezzogiorno ancora più debole». Bindi ha anche chiesto ai senatori presenti che durante l’esame del ddl sulla buona scuola di presentare un emendamento per insegnare dai primi anni di scuola a capire che cos’è la mafia e a combatterla», così come avviene nei seminari – come riferito da mons. Nunnari – per i futuri preti. 

«Chiediamo che lo Stato sia presente perché non ci sia l’anti-Stato». «La mafia, oggi, è il grande male della Calabria e gli uomini della mafia non hanno nulla a che fare con il Vangelo». «Abbiamo chiesto di assicurare un avvenire sereno ai giovani affinché abbiano una certezza nel domani». È quanto ha dichiarato il presidente della Conferenza episcopale calabrese, mons. Salvatore Nunnari, a conclusione dell’incontro. L’obiettivo da perseguire – ha detto Bindi – è «combattere mafia e ‘ndrangheta e restituire a questa terra la possibilità di un futuro che merita che gli è stato negato non solo dalla ‘ndrangheta ma anche da carenze politiche nazionali. Il confronto con i vescovi calabresi – ha aggiunto – è stato franco e costruttivo. Ci saranno occasioni per ulteriori approfondimenti e per ripetere questa esperienza anche in altre regioni, non solo del Sud».