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BIMBA UCCISA A CITTA’ DI CASTELLO: L’OMELIA DI MONS. SEMERARO (VESCOVO ORIA)

“Il diritto alla vita, la famiglia, i doveri e la responsabilità degli adulti riguardo ai bambini”. Sono questi i tre principi richiamati dal vescovo di Oria, mons. Marcello Semeraro, nel corso dell’omelia, anticipata dal Sir, ai funerali della piccola Maria, la bimba di due anni e sette mesi, uccisa il 5 aprile scorso a Città di Castello (Pg). “Il dolore è stato scaraventato sul corpicino di questa bimba e ne è rimasta mortalmente colpita – ha detto il vescovo ai fedeli raccolti nella chiesa di san Giuseppe lavoratore a Latiano – Noi ora siamo qui, attoniti nel constatare ciò che riesce a produrre l’oscuramento dell’animo umano. Non abbiamo dubbio che questa bimba adesso è tra le braccia di Gesù. Egli amò e predilesse i fanciulli; per la semplicità e la spontaneità che naturalmente caratterizzano la loro tenera età, li additò come modello per chiunque voglia farsi suo discepolo”. “Ci sono minori – ha aggiunto il vescovo citando dei passaggi del Messaggio per la Quaresima 2004 di Giovanni Paolo II dedicato ai bambini – che sono feriti profondamente dalla violenza degli adulti: abusi sessuali, avviamento alla prostituzione, coinvolgimento nello spaccio e nell’uso della droga; bambini obbligati a lavorare o arruolati per combattere; innocenti segnati per sempre dalla disgregazione familiare; piccoli travolti dal turpe traffico di organi e dì persone… Che male hanno fatto questi bambini per meritare tanta sofferenza?. Da un punto di vista umano non è facile, anzi forse è impossibile rispondere a quest’interrogativo inquietante. Solo la fede ci aiuta a penetrare in un così profondo abisso di dolore”.

“Il dramma dell’uccisione di questa bimba ci provoca. Occorre ribadire alcuni valori, per non rimanere travolti dallo smarrimento della ragione; occorre riaffermare alcuni principi, perché sia impedito lo sviamento dell’esistere sociale e noi riusciamo a seguire la giusta rotta”. Il primo, per il vescovo, riguarda “il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente. Ciò è stato doverosamente ricordato per il giovane italiano Fabrizio Quattrocchi, che è stato sequestrato e ucciso in Iraq; lo affermiamo altrettanto doverosamente di fronte alla bara della piccola Maria. La vita umana è sacra. Perché sia rispettata, una vita, non basta farla nascere: il diritto alla vita e il diritto della vita esigono per essa un’attenzione costante. Il mistero grande della paternità e della maternità, non si esaurisce nella genitorialità, ma si prolunga nell’idoneità affettiva e capacità educativa verso i minori”.

Il secondo principio riguarda la famiglia “primo nucleo della società”, che si trova oggi “in una rischiosissima debolezza”. Mons. Semeraro ha invitato a “lavorare di più sulla famiglia” che “ha bisogno di sostegno per vivere la propria imprescindibile missione di essere luogo accogliente della vita, spazio per la sua crescita integrale e per il suo armonico sviluppo”. Vi è poi un terzo principio, che “tocca i doveri e la responsabilità di noi adulti riguardo ai bambini”. “I figli – ha detto – non appartengono solo alla famiglia che li ha generati. I figli non sono proprietà di nessuno, neppure dei genitori, perché sono un dono per tutti. I figli, i bambini, i minori sono un tesoro prezioso che ogni comunità deve gelosamente custodire, tutelare, proteggere, energicamente difendere. Ogni adulto che dovesse trovarsi accanto a un minore, a un bambino. deve sempre sentirsene responsabile. Deve avere occhi per lui, perché non è possibile chiudere gli occhi dinanzi ad una persona umana, e ancora di meno di fronte a un bambino. Il più delle volte le grida e le domande dei bambini non si possono sentire, ma si possono vedere perché sono scritte nel loro corpo e traspaiono dai loro sguardi”. “Ogni bambino – ha concluso – è “parola” e ogni giorno, nella famiglia, nella società e nella comunità cristiana egli, anche col suo silenzio, dice: ascoltami! Facciamo attenzione, nondimeno, pure al silenzio di Maria che dice: anche voi, ascoltatemi! Ascoltate l’appello, che giunge da questa mia breve vita, cui la violenza umana ha posto la parola fine, ma cui Dio ha fatto dono di un nuovo principio”.Sir