Vita Chiesa
BILANCIO SANTA SEDE, ‘SALDO NEGATIVO’ PER RADIO VATICANA; IN CRESCITA OBOLO DI SAN PIETRO
23,5 milioni di euro di perdita: a tanto ammonta il saldo negativo, per il 2005, di Radio Vaticana, cui si affianca il risultato negativo per L’Osservatore Romano, pari a 4,6 milioni di euro. E’ la fotografia delle aziende mediatiche della Santa Sede, così come risulta dal bilancio consuntivo consolidato per il 2005. Ad invertire la tendenza, ha reso noto il card. Sergio Sebastiani, presidente ella Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede, presentando il bilancio ai giornalisti, la Tipografia Vaticana, che ha chiuso il bilancio con un avanzo di 653 mila euro, come pure il Centro Televisivo Vaticano (650 mila euro, contro i 235 mila del 2004).
Anche la Libreria Editrice Vaticana chiude il consuntivo 2005 con un avanzo di 934 mila euro e con una crescita dell’attività per circa 3,8 (da 8,3 a 12,1 milioni di euro), dovuti in gran parte ai proventi dei diritti d’autore di tutti i documenti pontifici.
Riguardo alla crisi economica della radio del Papa, Sebastiani ha informato che l’emittente sta attuando un piano di riduzione graduale del personale, compatibile con la sua attività istituzionale, che si traduce in una riduzione di organico sull’arco di 10 anni, cominciata nel 2003 e che dovrebbe concludersi nel 2013.
La riduzione prevista a Radio Vaticana è d 60 unità, con cui si passerà da 395 a 335: al momento, ha reso noto il cardinale, sono già state risparmiate stabilmente 20 unità, una riduzione resa possibile dalle nuove tecnologie digitali di produzione e trasmissione, che permettono un risparmio di personale tecnico. Nessun licenziamento o prepensionamento, ha precisato a riguardo padre Federico Lombardi, nuovo direttore della sala stampa della Santa Sede, che rispondendo alle domande dei giornalisti nella sua prima conferenza stampa in tale nuovo incarico ha assicurato che a Radio Vaticana non ci sarà nessun tipo di intervento negativo per il personale.
Sappiamo bene ha spiegato le persone che vanno in pensione o ci andranno nei prossimi anni per raggiunti limiti di età. Ci limitiamo a non procedere alla loro sostituzione, solo nei settori in cui possono essere risparmiati’, soprattutto grazie alla buona gestione delle nuove tecnologie.