Interrogarsi sul rilievo e la posizione accordati al testo biblico nella pratica della teologia, a distanza di quasi 50 anni dal Concilio. Questo l’obiettivo del XXI Congresso nazionale dell’Ati (Associazione teologica italiana), che si svolgerà a Corato-Andria-Castel Del Monte dal 7 all’11 settembre, sul tema: Teologia dalla Scrittura. Attestazioni e interpretazioni. Due, spiegano i promotori dell’iniziativa, i modi per fare teologia a partire dalla Scrittura: la testimonianza ecclesiale dell’evento rivelatore (attestazione) e l’esercizio di intelligenza del testo in ottica credente (interpretazioni). Se la teologia fondamentale, si legge ancora nella presentazione del Congresso, ha il compito di mostrare in quale senso il momento biblico dell’esercizio teologico nelle sue molteplici forme possa e deva integralmente aderire alla struttura originaria della parola di Dio per il suo aprirsi nello spazio di fede della Chiesa, la teologia sistematica è tenuta ad interrogarsi sul modo in ci occorre esprimere un’ermeneutica in grazia della quale l’accostamento alla Scrittura non costituisca soltanto il primo capitolo della storia dei dogmi, ma attivi un processo d’intelligenza della fede. Sul piano della teologia biblica, infine, occorre superare la separazione tra testo e testimonianza. Tra i relatori, Basilio Petrà, Cristina Simonelli, Piero Coda, Luigi Alici, Serena Noceti.Sir