Firenze
Betori, “Te Deum” di fine anno: appello a vaccinarsi, richiamo al “preoccupante calo demografico”
“Siamo a un tornante dell’ormai lunga vicenda della pandemia – ha affermato l’arcivescovo di Firenze – che segna la storia di questi ultimi tempi, un tornante che avremmo voluto come una svolta in positivo, in grado di condurci fuori dalla crisi, e che invece si sta rivelando come una forma diversa, ma non meno preoccupante, di una vicenda di cui non si intravede ancora la fine. Il virus muta, le precauzioni variano con esso, ma non cessano di limitare le nostre relazioni e la vita sociale, minacciando la tenuta dell’economia e quindi le prospettive del lavoro, la serenità delle famiglie, le condizioni dei più poveri. Sono lontani i tempi dell’ottimismo, ma purtroppo stanno erodendosi anche quelli della solidarietà, con l’insinuarsi di comportamenti egoistici, che minano la responsabilità e quindi il bene di tutti. Non può mancare, al riguardo, il rinnovato appello a vaccinarsi come atto di amore verso gli altri, oltre che di oggettiva difesa dalle conseguenze più gravi per la salute personale”.
La speranza, ha aggiunto, “è altra cosa rispetto all’ottimismo. Per chi guarda con questi occhi della fede il tempo che passa, tutto appare avvolto nella luce del disegno d’amore che il Padre ha per l’umanità”.
“Ci attende un tempo di speranza – ha concluso -, ben fondata perché Dio non si dimentica di noi. Ci attende un tempo di responsabile solidarietà perché nella tempesta ci si salva solo insieme”