Toscana
Betori su Twitter: «Se il crocifisso dà fastidio, via anche dai musei»
Tolto a seguito di alcuni lavori di manutenzione, il crocifisso non è stato ricollocato: secondo quanto riporta oggi il Corriere Fiorentino, si tratterebbe di una precisa scelta del Rettore Alberto Tesi per evitare la presenza di simboli confessionali. Il card. Giuseppe Betori ha aggiunto pochi minuti dopo anche un secondo tweet: «Una mostra come quella della Biblioteca Nazionale su Camaldoli evidenzia come il crocifisso sia sorgente e non ostacolo alla cultura».
Il cardinale Betori era già intervenuto su un argomento simile nell’incontro con i giornalisti prima di Natale: in quell’occasione aveva parlato di «una difficoltà a comprendere il fenomeno religioso» da parte di «certe culture che in nome di un falso pluralismo chiedono di negare le diverse identità». Fare il presepe nelle scuole, aveva detto, non è mancanza di rispetto verso i bambini musulmani o di altri religioni: «Perché – aveva spiegato – se a questi bambini che vengono dalle culture più varie non gli spieghiamo chi è Gesù, come possiamo poi portarli agli Uffizi?».
Sulla rimozione del crocifisso è intervenuto anche Umberto Viliani, presidente provinciale Mcl: «Togliere il crocifisso dall’aula magna dell’Università – ha affermato – rappresenta un gesto tanto sciocco quanto inutile. Ci domandiamo se questo contribuirà a un miglioramento dell’offerta formativa di un ateneo che sta perdendo iscritti e posti nella graduatoria della qualità, o se pure darà agli studenti e ai professori più stimoli per studiare e insegnare. Crediamo che nessuno in buona fede possa sentirsi offeso dalla presenza del crocefisso, presenza che al massimo può suscitare indifferenza. Ci domandiamo se adesso il rettore chiederà al Comune di cambiare nome alla piazza che ospita la sede dell’Università: ricordare San Marco potrebbe provocare turbamenti nelle coscienze dei suoi studenti».