Firenze

Betori, messa per l’Epifania: dobbiamo cercare Dio in ciò che il mondo riduce a “scarto”

«I nostri giorni – ha affermato l’arcivescovo, prendendo spunto dall’esperienza dei Magi – sembrano essere segnati dall’assenza di Dio, ovvero il suo mistero ci appare così lontano da risultare inaccessibile, per molti sfocato fino alla negazione, per alcuni addirittura da occultare perché non intralci la libertà dell’uomo». Il fatto, ha aggiunti, è che «lo cerchiamo dove egli non è».  I Magi invece lo riconoscono «nella fragilità di un bambino. Come ci ricorda Papa Francesco, occorre “riconoscere Cristo stesso in ogni fratello abbandonato o escluso”. È quanto fanno i Magi davanti alla mangiatoia di Betlemme».

Betori ha sottolineato che «L’esperienza dell’incontro, della comunione, della fraternità è premessa decisiva per non perdersi nella ricerca di Dio, ma trovare nel fratello e nella sorella che condividono il nostro cammino il necessario sostegno»

I Magi, ha ricordato, «non si precludono di ascoltare chi potrebbe essere giudicato estraneo alla loro ricerca, ma condividono con tutti la loro sete di verità e sanno valorizzare ogni seme di verità che incontrano sulla loro strada. È l’ascolto dell’altro, anch’esso più volte richiamato da Papa Francesco, ed esteso oltre ogni confine, caratteristico del Cammino sinodale a cui egli ci ha chiamati: «Nel cammino sinodale, l’ascolto deve tener conto del sensus fidei [dei credenti], ma non deve trascurare tutti quei “presentimenti” incarnati dove non ce l’aspetteremmo: ci può essere un “fiuto senza cittadinanza”, ma non meno efficace. Lo Spirito Santo nella sua libertà non conosce confini, e non si lascia nemmeno limitare dalle appartenenze» (Discorso ai fedeli della Diocesi di Roma, 18 settembre 2021).

Un pensiero poi alla «crisi degli equilibri ecologici, che prende perfino forme pandemiche e che costituisce un appello a ritrovare il nostro posto di creature di fronte al Creatore, custodi responsabili della natura e non suoi dispotici e arroganti padroni. Tocchiamo qui uno degli aspetti più inquietanti del nostro tempo, l’hybris dell’uomo contemporaneo, la sua orgogliosa tracotanza che lo porta a presumere della propria potenza e a rifiutare ogni limite e ogni criterio nell’esercizio della propria libertà. Lasciarsi interrogare dal mondo e dalle sue contraddizioni è uno degli obiettivi più urgenti per non restare vittime delle nostre stesse pulsioni e presunzioni».