Firenze
Betori: Firenze ha bisogno di trovare un assetto umano che animi il tessuto economico
Questa festa, ha affermato Betori, “ci aiuta a illuminare i non facili giorni che stiamo vivendo, tra speranze, seppure ancora tra molti timori, di regressione della pandemia e pesanti preoccupazioni per un presente e un futuro economicamente e quindi socialmente assai problematico”.
L’arcivescovo ha sottolineato come “l’emergenza sanitaria è stata affrontata con senso di responsabilità dalla grande maggioranza della popolazione, con competenza e dedizione da chi opera nel sistema sanitario, con presenza e generosità dal mondo del volontariato. Ora però dobbiamo chiederci se questo spirito di partecipazione e condivisione saremo capaci di farlo vivere anche oltre la fase dell’emergenza sanitaria, per nutrire anche quest’ulteriore fase, di emergenza economico-sociale, non meno problematica per il futuro della società. È questa la sfida che ciattendee che impone responsabilità e coerenza da parte di tutti, amministratori, imprenditori, lavoratori”.
La cultura della condivisione, ha proseguito Betori, “è necessaria anche sul versante economico, particolarmente nella nostra città, per la quale la pandemia ha svelato squilibri che le masse turistiche occultavano e al tempo stesso alimentavano. La città, questo quartiere di San Lorenzo hanno bisogno di trovare un loro proprio assetto umano che animi e alimenti anche il tessuto economico. Abbiamo bisogno di favorire la presenza di nuclei familiari stabilmente residenti, che creano rapporti e danno un contesto di identità civile e di umana accoglienza a chi viene tra noi da fuori. Un’economia fiorisce sulla base di relazioni sociali e non su bisogni artificiosamente indotti. È necessario un sapiente equilibrio tra vissuto familiare, attività artigianale e commerciale, promozione culturale. Importante, in tal senso, è l’annunciato interesse per ridare vita all’ex-convento di Sant’Orsola, un interesse che seguiamo con fiducia auspicando che attorno ad esso possa rifiorire l’intero quartiere nella sua identità di immagine popolare di Firenze”.
L’arcivescovo ha segnalato anche “il permanere di condizioni che ostacolano l’integrazione di persone giunte tra noi in forza delle migrazioni che caratterizzano i nostri tempi, con la conseguente creazione di sacche di illegalità che alimentano comprensibili disagi e preoccupazioni tra la gente. Il fenomeno migratorio, nelle sue varie forme, va governato e non subìto, per non diventare terreno di coltura di situazioni in cui si diffondono inaccettabili illegalità e violenze”.
Un richiamo quindi “alla responsabilità, soprattutto nelle fasce di popolazione giovanile, per il rispetto delle precauzioni che ancora oggi sono necessarie al fine di contenere la diffusione della pandemia, evitando comportamenti che non poche volte nelle piazze e nelle strade della nostra città ne turbano l’ordine e ne offuscano il volto di serena convivenza e di orgoglioso rispetto della sua storia”.