Mondo

BETLEMME, LA GIOIA DEI FRANCESCANI PER LA FINE DELL’ASSEDIO

Gioia, tanta soddisfazione ma anche il desiderio di continuare l’impegno di direzione della pace. Sono questi i primi sentimenti espressi da padre Giacomo Bini, ministro generale dell’Ordine dei frati francescani minori (Ofm), raggiunto telefonicamente dalla MISNA nella Custodia di Terra Santa a Gerusalemme. “Potete immaginare la nostra gioia in questo momento – esordisce il religioso, mantenendo un tono di voce molto calmo – ma al tempo stesso vogliamo ribadire il nostro impegno a continuare il cammino nel quale siamo impegnati da secoli e al quale vogliamo essere fedeli”. Padre Bini è accorso a Gerusalemme aspettando il momento in cui la Basilica sarebbe stata liberata. Ora che i palestinesi stanno uscendo dalla chiesa, sa che potrà presto riabbracciare i suoi confratelli rimasti asserragliati per 39 giorni nel complesso della Natività. “Vorremmo che la sofferenza di questo lungo mese possa servire come seme e come impegno per ottenere la pace in una terra martoriata. E’ l’obiettivo più importante verso cui tendiamo in questo momento”. Certo, ci sono anche le preoccupazione per le condizioni in cui versa la Basilica, ma prima di correre a Betlemme padre Bini avrà una riunione con esponenti israeliani. “Tra poco incontreremo Ligadi Golan, uno dei responsabili degli affari religiosi del ministero degli esteri – spiega il generale dei francescani – ha avanzato lui la proposta di questo incontro è questo è un gesto che serve a continuare il dialogo”. E poi, naturalmente, il desiderio di incontrare i religiosi della comunità di Betlemme: “Non posso nascondere il desiderio di abbracciare tutti i miei confratelli che sono rimasti nella Natività in questo lungo periodo, congratularmi con loro per la perseveranza che hanno dimostrato e per lo sforzo di mediazione compiuto”. In queste ore i francescani stanno aspettando l’autorizzazione da parte dei militari per ottenere l’accesso alla Basilica, ma probabilmente trascorreranno ancora alcune ore prima che i religiosi possano fare ingresso nella chiesa. I primi ad entrare nel tempio edificato sul luogo dove nacque Gesù saranno i responsabili dello “status quo”, cioè le tre chiese cristiane che hanno il compito di custodire questo luogo sacro: i francescani, i greco-ortodossi e gli armeni.Misna