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Betlemme, è finito l’assedio alla Basilica

Al suono delle campane delle 7 del mattino, è cominciata stamani, venerdì 10 maggio, l'uscita dalla basilica della Natività di Betlemme dei circa cento palestinesi ivi assediati da 39 giorni. Il primo a lasciare la basilica, è stato Abdullah Daoud, uno dei 13 presunti terroristi destinati all'esilio, in base all'accordo siglato due giorni fa tra israeliani e palestinesi. Dopo un accurato passaggio sotto un metal detector i 13 sono stati condotti all'aeroporto di tel Aviv per volare verso Cipro, tappa intermedia. Poi saranno distribuiti in vari Paesi europei: Italia, Spagna, Austria, Grecia, Lussemburgo, Irlanda e forse anche in Canada.LA GIOIA DEI FRANCESCANI E QUELLA DEL PAPABETLEMME, PARLA IL SINDACO: “RINGRAZIO IL VATICANO”Quel filo diretto con la Natività - DI ANGIOLO ROSSI

Dopo 39 giorni si è concluso l’assedio dell’esercito israeliano alla basilica della Natività di Betlemme dove il 2 aprile scorso decine di palestinesi si sono rifugiati nella chiesa nel tentativo di sfuggire alle retate dell’esercito israeliano che aveva fatto irruzione a Betlemme, nel corso delle operazioni militari antiterrorismo condotte in tutti i principali centri della Cisgiordania. In tutto le persone che erano rimaste all’interno del complesso erano 123. Martedì scorso un accordo per porre fine all’assedio era stato firmato dallo stesso Arafat a nome dell’Autorità palestinese, ma il grave attentato verificatosi in Israele la sera di martedì e la difficoltà a trovare un Paese che ospitasse i 13 presunti terroristi da estradare, aveva bloccato di nuovo la trattativa. Mercoledì sera una soluzione sembrava di nuovo vicina, tanto che attorno alla basilica erano arrivati i pullman per traferire i palestinesi, ma all’alba i carri armati israeliani erano tornati a stringere d’assedio la Basilica. Nella giornata di giovedì l’accordo raggiunto a livello europeo sull’estradizione dei 13 presunti terroristi ha finalmente sbloccato la situazione. L’uscita degli assediati dalla Basilica della Natività è iniziata alle 7 del mattino di venerdì 10 maggio.C’è voluta circa mezz’ora per far uscire ad uno ad uno tutti e 13 gli esiliati che, sotto scorta americana, dopo essere stati interrogati sono stati portati all’aeroporto di Tel Aviv, da dove con un aereo britannico hanno raggiunto Cipro, punto di transito prima delle destinazioni finali in diversi paesi europei: Italia, Spagna, Austria, Grecia, Lussemburgo, Irlanda e probabilmente anche Canada.

Il secondo gruppo ad uscire è stato quello dei 26 «terroristi non troppo pericolosi» che andranno a Gaza. Per ultime sono uscite 84 persone, tra civili, dieci pacifisti internazionali e religiosi. Tutti saranno interrogati nella base militare dell’insediamento di Gush Ezion, vicino a Betlemme.

I civili saranno quindi autorizzati a tornare a casa e i religiosi potranno rientrare nella chiesa.

I militari hanno detto che conclusa l’evacuazione dalla chiesa si dovrebbero ritirare da Betlemme, occupata dal primo aprile nell’ambito dell’operazione ‘Muraglia di difesa’ lanciata dagli israeliani per distruggere le infrastrutture del terrorismo palestinese.

Positivi i commenti da parte delle autorità religiose. Padre Gianfranco Pinto Ostuni, portavoce della curia generalizia dei francescani, ha detto che tutto s’é risolto grazie a Dio, alla sollecitudine del Papa e alla capacità di dialogo degli uomini di buona volontà, a cominciare dai politici.

“Dobbiamo dire grazie a Dio, con un senso di liberazione e di gratitudine: i francescani dicono grazie a Dio per la fine di 39 giorni di occupazione-assedio”. “Esprimiamo in particolare – ha aggiunto – un ringraziamento al Papa perchè in questi giorni è stato la persona più vicina ai frati, ai palestinesi e agli israeliani e non ha escluso mai nessuno nella sua preghiera”.

“Diciamo grazie – ha proseguito p. Gianfranco a nome dell’ordine al quale è affidata la Custodia di Terrasanta – anche a tutti gli uomini di buona volontà, a quelli che avevano il potere di fare qualcosa e ai politici che hanno manifestato il desiderio di superare le divisioni e le difficoltà e ci sono riusciti grazie al dialogo, trovando infine un punto di intesa”.

“In questo momento – ha concluso il francescano – a Betlemme sta piovendo, proprio come quando è cominciato tutto, quasi 40 giorni fa: è stata una quaresima”. LA SCHEDA2 aprile: carri armati israeliani a Betlemme. Nel complesso della Basilica, dove si trovano una quarantina tra frati e monaci, si rifugiano anche oltre 240 tra miliziani e civili palestinesi. Inizia l’assedio alla Basilica. Due giorni dopo l’esercito israeliano tenta di scardinare l’assedio facendo saltare una porta posteriore della Basilica. Il 6 aprile sette religiosi e tre donne palestinesi possono lasciare la Natività. Intanto si profilano le basi di una possibile trattativa: il premier Sharon, l’8 aprile, dichiara che l’assedio verrà tolto solo quando tutti i palestinesi rifugiati nella basilica non usciranno disarmati. Il 13 aprile si diffonde la notizia che all’interno della Natività non c’è più cibo, acqua e luce. Sette giorni dopo vengono tagliate le linee telefoniche. Il 23 aprile iniziano gli incontri della commissione mista israelo-palestinese per tentare di sbloccare l’assedio. Il 26 aprile, su ricorso presentato alla Corte suprema dalla Custodia francescana, gli israeliani consegnano dei viveri agli assediati. Il 29 aprile il Papa invia in Terrasanta il cardinale Roger Etchegaray. Il 4 maggio si registra l’intervento Usa e Ue per sbloccare l’assedio dei circa 160 palestinesi rimasti nella Basilica. Intanto un palestinese all’interno del complesso viene ucciso da un cecchino israeliano. I morti palestinesi, durante l’assedio, saranno sette. Nella notte del 9 maggio, infine, giunge la notizia dell’accordo. Alle 5.54 del 10 maggio, inizia lo sgombero degli assediati.L’accordo, come richiesto dall’Unione Europea, prevede, oltre al rilascio di 84 civili ed il trasferimento a Gaza di 26 palestinesi ritenuti ‘poco pericolosi’, che i tredici miliziani ‘terroristi’ siano distribuiti in diversi Paesi. Tra questi dovrebbero esserci Italia, Spagna, Irlanda, Austria, Grecia, Lussemburgo e Canada. I termini precisi dell’accordo saranno resi noti ufficialmente lunedì 13 maggio a Bruxelles, dopo un vertice dei Paesi ospitanti. LA GIOIA DEL PAPAPARLANO I FRANCESCANI: ECCO PERCHE’ SIAMO RIMASTILA GIOIA DEI FRANCESCANI PER LA FINE DELL’ASSEDIOBETLEMME, PARLA IL SINDACO: “RINGRAZIO IL VATICANO PER LA FINE DELL’ASSEDIOQuel filo diretto con la Natività – DI ANGIOLO ROSSI