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Betlemme, è finito l’assedio alla Basilica
Al suono delle campane delle 7 del mattino, è cominciata stamani, venerdì 10 maggio, l'uscita dalla basilica della Natività di Betlemme dei circa cento palestinesi ivi assediati da 39 giorni. Il primo a lasciare la basilica, è stato Abdullah Daoud, uno dei 13 presunti terroristi destinati all'esilio, in base all'accordo siglato due giorni fa tra israeliani e palestinesi. Dopo un accurato passaggio sotto un metal detector i 13 sono stati condotti all'aeroporto di tel Aviv per volare verso Cipro, tappa intermedia. Poi saranno distribuiti in vari Paesi europei: Italia, Spagna, Austria, Grecia, Lussemburgo, Irlanda e forse anche in Canada.LA GIOIA DEI FRANCESCANI E QUELLA DEL PAPABETLEMME, PARLA IL SINDACO: RINGRAZIO IL VATICANOQuel filo diretto con la Natività - DI ANGIOLO ROSSI
Il secondo gruppo ad uscire è stato quello dei 26 «terroristi non troppo pericolosi» che andranno a Gaza. Per ultime sono uscite 84 persone, tra civili, dieci pacifisti internazionali e religiosi. Tutti saranno interrogati nella base militare dell’insediamento di Gush Ezion, vicino a Betlemme.
I civili saranno quindi autorizzati a tornare a casa e i religiosi potranno rientrare nella chiesa.
I militari hanno detto che conclusa l’evacuazione dalla chiesa si dovrebbero ritirare da Betlemme, occupata dal primo aprile nell’ambito dell’operazione ‘Muraglia di difesa’ lanciata dagli israeliani per distruggere le infrastrutture del terrorismo palestinese.
Positivi i commenti da parte delle autorità religiose. Padre Gianfranco Pinto Ostuni, portavoce della curia generalizia dei francescani, ha detto che tutto s’é risolto grazie a Dio, alla sollecitudine del Papa e alla capacità di dialogo degli uomini di buona volontà, a cominciare dai politici.
“Diciamo grazie – ha proseguito p. Gianfranco a nome dell’ordine al quale è affidata la Custodia di Terrasanta – anche a tutti gli uomini di buona volontà, a quelli che avevano il potere di fare qualcosa e ai politici che hanno manifestato il desiderio di superare le divisioni e le difficoltà e ci sono riusciti grazie al dialogo, trovando infine un punto di intesa”.