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Betlemme, dove la storia si divide in due
Ma qui e così accadde l’evento che taglia in due la storia dell’umanità. Di solito si arriva a Betlemme passando per Gerusalemme. La sua vicinanza alla grande città colpisce il pellegrino che è portato a immaginare lunghe distanze: solo otto chilometri separano le due città. Ma il cambiamento è oggi impressionante: un confine separa le due amministrazioni. A Gerusalemme lo stato di Israele: a Betlemme l’amministrazione palestinese. Da una parte la città ebraica con i suoi edifici e la sua cultura di tipo occidentale europeo: dall’altra Betlemme araba in tutte le sue espressioni, cristiana e musulmana. Betlemme è ricca di ricordi e di testimonianze bibliche e storiche. Diversamente da Nazaret, mai menzionata nei libri del Primo Testamento, Betlemme viene invece evocata più volte nella storia di Israele. E di questi ricordi conserva qualche traccia. Il percorso in questa città alterna lughi santi della fede ebraica e cristiana. Arrivando da Gerusalemme, proprio sulla strada, troviamo la Tomba di Rachele, la moglie prediletta di Giacobbe. Qui, come racconta il libro della Genesi, essa morì di parto generando Beniamino. E qui fu sepolta. La tomba ora è diventata un fortino, chiuso da mura e torrette militari, ma gli ebrei devoti vengono, protetti dai soldati, a pregare e chiedere benedizione a Dio sulla propria vita di sposi. La strada poi porta al cuore della città, alla Piazza della Mangiatoia, dove si innalza uno degli edifici più importanti e antichi della critianità: la Basilica della Natività. Si tratta di un vasto complesso di chiese, conventi e ostelli per i pellegrini: costituiscono il presidio cristiano al luogo della nascita di Gesù, presidio disarmato, come tutto il mondo ha potuto vedere nei recenti fatti dell’assedio. L’edificio più imponente è certamente la Basilica, grandiosa e solenne, costruita nel IV secolo da Sant’Elena, poi restaurata nel VI secolo. Sotto il presbiterio sta la Grotta dove Gesù è nato. Una lunga tradizione ci ha conservato questo luogo, che già alla fine del primo secolo era diventato luogo di pellegrinaggio e di preghiera.
Nella Grotta due altari invitano alla preghiera e alla lode: l’altare della nascita con sotto una stella d’argento e il piccolo altare della mangiatoia. La Basilica all’interno si presenta imponente con le sue cinque navate, le colonne monolitiche, il pavimento antico, l’iconostasi nel presbiterio. Ha resistito al tempo e alle guerre, alle devastazioni e alle violenze. Fra tutti gli edifici cristiani è la sola che è rimasta quasi intatta. La forza del Bambino! Accanto, insieme al convento dei monaci greci e armeni, si trovano la chiesa parrocchiale di Santa Caterina e il convento francescano. Dalla chiesa si accede ad una serie di grotte: in una è sepolto un grande pellegrino e poi monaco a Betlemme, San Girolamo. Questi luoghi per tutti i cristiani del mondo evocano il ricordo di quell’evento che celebriamo ogni Natale: la nascita umana di Dio in questo mondo. Betlemme è la patria di questa festa e del messaggio di pace e di umiltà che da essa deriva. È significativo che si entri nella Basilica chinando il capo sotto una piccola porta chiamata Porta dell’Umiltà. Non possiamo non ricordare i Magi che vennero qui da molto lontano e che si prostrarono davanti al Bambino. Da questo luogo santo prendono interesse altri luoghi. Uno si trova a circa 300 metri dalla Basilica: è la Grotta del Latte. Qui una antica tradizione ricorda il gesto di Maria che allattava il bambino: una goccia del suo latte rese bianca tutta la grotta! Le donne di Betlemme, anche quelle musulmane, vengono qui a pregare quando sono in attesa di un figlio. Più distante dalla Basilica (circa due chilometri) e più antico è invece il Campo dei Pastori. Qui si ricorda l’annuncio dell’angelo ai pastori nella notte in cui nacque Gesù. Qui si sente ancora l’eco del loro canto: Gloria a Dio e pace agli uomini! Una grotta molto grande offre al pellegrino la possibilità di pregare in un ambiente originale, insieme a una piccola e luminosa cappella. I resti di un monastero ci testimoniano la venerazione antica per questo luogo.
Nelle periferia della città, verso il deserto, è possibile visitare una costruzione maestosa, visibile da lontano venendo da Gerusalemme. Si tratta dell’Erodion. È la tomba di questo re, tristemente legato alla nascita di Gesù e ai bambini di Betlemme. Dall’esterno sembra la bocca di un vulcano con la sua forma conica. E dentro addossata alle pareti si trova ciò che resta della costruzione antica. Qui il pellegrino è condotto realisticamente e di nuovo nel mistero di opposizione e di sofferenza legato alla storia di Gesù. Anche Erode, sebbene non gradito, è un personaggio del presepe e la sua ombra minacciosa si proietta ancora su Betlemme. A ricordarci che Natale, ogni natale, accade fra il canto luminoso degli angeli e i progetti cupi di un re che non vuole nè lui nè la novità del suo messaggio.
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