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Betlemme, dove la storia si divide in due

DI ANGELO SILEIBetlemme è una tappa fondamentale per ogni pellegrino cristiano: qui infatti è nato Gesù. Ma, se non fosse per la situazione attuale di conflitto con i palestinesi, sarebbe tappa significativa anche per un pellegrino ebreo, soprattutto perché da Betlemme è venuto, mille anni prima, il grande re David. Betlemme è la città di David e la città di Gesù. Qui venne Samuele a scegliere, nella famiglia di Isai, colui che avrebbe preso il posto di Saul come re di Israele: era un giovanissimo, piccolo pastore, ma la scelta di Dio lo rese capace di vincere Golia e di entrare nelle grazie del popolo. Divenne re, fu poeta ispirato, fu peccatore e santo, regnò per 40 anni, sognò di costruire un tempio al Dio che tanto amava. A Betlemme, in quanto appartenente alla famiglia di David, venne Giuseppe, mille anni dopo, con Maria che era incinta. Obbediente alla legge degli uomini affrontò il viaggio da Nazaret per far iscrivere nei registri dell’impero di Roma se stesso e la sua famiglia. Il pellegrino che viene dalla Galilea non resta indifferente immaginando il lungo cammino affrontato dalla giovane coppia di sposi e il disagio dovuto alla loro situazione di estraneità nella propria città.

Ma qui e così accadde l’evento che taglia in due la storia dell’umanità. Di solito si arriva a Betlemme passando per Gerusalemme. La sua vicinanza alla grande città colpisce il pellegrino che è portato a immaginare lunghe distanze: solo otto chilometri separano le due città. Ma il cambiamento è oggi impressionante: un confine separa le due amministrazioni. A Gerusalemme lo stato di Israele: a Betlemme l’amministrazione palestinese. Da una parte la città ebraica con i suoi edifici e la sua cultura di tipo occidentale europeo: dall’altra Betlemme araba in tutte le sue espressioni, cristiana e musulmana. Betlemme è ricca di ricordi e di testimonianze bibliche e storiche. Diversamente da Nazaret, mai menzionata nei libri del Primo Testamento, Betlemme viene invece evocata più volte nella storia di Israele. E di questi ricordi conserva qualche traccia. Il percorso in questa città alterna lughi santi della fede ebraica e cristiana. Arrivando da Gerusalemme, proprio sulla strada, troviamo la Tomba di Rachele, la moglie prediletta di Giacobbe. Qui, come racconta il libro della Genesi, essa morì di parto generando Beniamino. E qui fu sepolta. La tomba ora è diventata un fortino, chiuso da mura e torrette militari, ma gli ebrei devoti vengono, protetti dai soldati, a pregare e chiedere benedizione a Dio sulla propria vita di sposi. La strada poi porta al cuore della città, alla Piazza della Mangiatoia, dove si innalza uno degli edifici più importanti e antichi della critianità: la Basilica della Natività. Si tratta di un vasto complesso di chiese, conventi e ostelli per i pellegrini: costituiscono il presidio cristiano al luogo della nascita di Gesù, presidio disarmato, come tutto il mondo ha potuto vedere nei recenti fatti dell’assedio. L’edificio più imponente è certamente la Basilica, grandiosa e solenne, costruita nel IV secolo da Sant’Elena, poi restaurata nel VI secolo. Sotto il presbiterio sta la Grotta dove Gesù è nato. Una lunga tradizione ci ha conservato questo luogo, che già alla fine del primo secolo era diventato luogo di pellegrinaggio e di preghiera.

Nella Grotta due altari invitano alla preghiera e alla lode: l’altare della nascita con sotto una stella d’argento e il piccolo altare della mangiatoia. La Basilica all’interno si presenta imponente con le sue cinque navate, le colonne monolitiche, il pavimento antico, l’iconostasi nel presbiterio. Ha resistito al tempo e alle guerre, alle devastazioni e alle violenze. Fra tutti gli edifici cristiani è la sola che è rimasta quasi intatta. La forza del Bambino! Accanto, insieme al convento dei monaci greci e armeni, si trovano la chiesa parrocchiale di Santa Caterina e il convento francescano. Dalla chiesa si accede ad una serie di grotte: in una è sepolto un grande pellegrino e poi monaco a Betlemme, San Girolamo. Questi luoghi per tutti i cristiani del mondo evocano il ricordo di quell’evento che celebriamo ogni Natale: la nascita umana di Dio in questo mondo. Betlemme è la patria di questa festa e del messaggio di pace e di umiltà che da essa deriva. È significativo che si entri nella Basilica chinando il capo sotto una piccola porta chiamata Porta dell’Umiltà. Non possiamo non ricordare i Magi che vennero qui da molto lontano e che si prostrarono davanti al Bambino. Da questo luogo santo prendono interesse altri luoghi. Uno si trova a circa 300 metri dalla Basilica: è la Grotta del Latte. Qui una antica tradizione ricorda il gesto di Maria che allattava il bambino: una goccia del suo latte rese bianca tutta la grotta! Le donne di Betlemme, anche quelle musulmane, vengono qui a pregare quando sono in attesa di un figlio. Più distante dalla Basilica (circa due chilometri) e più antico è invece il Campo dei Pastori. Qui si ricorda l’annuncio dell’angelo ai pastori nella notte in cui nacque Gesù. Qui si sente ancora l’eco del loro canto: Gloria a Dio e pace agli uomini! Una grotta molto grande offre al pellegrino la possibilità di pregare in un ambiente originale, insieme a una piccola e luminosa cappella. I resti di un monastero ci testimoniano la venerazione antica per questo luogo.

Nelle periferia della città, verso il deserto, è possibile visitare una costruzione maestosa, visibile da lontano venendo da Gerusalemme. Si tratta dell’Erodion. È la tomba di questo re, tristemente legato alla nascita di Gesù e ai bambini di Betlemme. Dall’esterno sembra la bocca di un vulcano con la sua forma conica. E dentro addossata alle pareti si trova ciò che resta della costruzione antica. Qui il pellegrino è condotto realisticamente e di nuovo nel mistero di opposizione e di sofferenza legato alla storia di Gesù. Anche Erode, sebbene non gradito, è un personaggio del presepe e la sua ombra minacciosa si proietta ancora su Betlemme. A ricordarci che Natale, ogni natale, accade fra il canto luminoso degli angeli e i progetti cupi di un re che non vuole nè lui nè la novità del suo messaggio.

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