Toscana

Beslan, il video dell’orrore

Nel momento del dolore e della rabbia spunta anche un video sulla tragedia di Beslan. Un filmato, girato certamente dai terroristi, che mostra gli ostaggi ammassati nella palestra della scuola. Bambini e adulti, uomini e donne, seduti per terra, con le mani sulla testa, con la paura sul volto. Sopra di loro pendono gli ordigni e i fili che li collegano in una sorta di ragnatela del terrore. Nello spezzone di un minuto e mezzo mandato in onda il 7 settembre dall’emittente russa Ntv si vedono anche una terrorista vestita di nero, un donna adulta, forse una maestra, che cerca di proteggere due bambini, il canestro pieno di esplosivo e un terrorista con il piede su un congegno che sembra poter innescare le esplosioni; ha il volto coperto da un passamontagna e a un certo punto indica lo scarpone come a dire: «Vi posso far saltare in aria quando voglio».

Anche questo video, che non si sa come sia pervenuto all’emittente russa, è uno dei tanti misteri che avvolgono l’infame atto terroristico. Fin dall’inizio dell’attacco, il 1° settembre, giorno in cui anche nella scuola n. 1 di Beslan, città dell’Ossezia del Nord, si festeggiava l’inizio dell’anno scolastico con il tradizionale omaggio di fiori alle maestre e la presenza di genitori, nonni e fratellini. All’inizio le autorità russe parlano di 150 ostaggi, poi di 350, ma proprio il giorno del blitz, il 3 settembre, trapela che all’interno della scuola ci sono almeno 1200 persone. Balletto delle cifre anche sul numero dei terroristi, dai 15 iniziali ai 31 degli ultimi giorni, con uno catturato vivo e gli altri uccisi; rimangono poi dubbi sulla loro nazionalità e su quanti siano riusciti a fuggiti. Anche sul numero delle vittime i dati non sono chiari, anche se questo è più comprensibile. A distanza di giorni il bilancio ufficiale – 360 – si discosta ancora da quello reale, che alla fine potrebbe superare i 500 morti, in gran parte bambini (negli ospedali ci sono ancora 318 feriti). Ma ancora sono tanti i dispersi e negli obitori giacciono corpi ridotti a brandelli ancora da identificare. Sulla conduzione delle trattative si apre poi un discorso a sé. Ufficialmente il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato di voler puntare alla trattativa ad oltranza, ma tracce di queste trattative ancora non ci sono e più di un dubbio rimane sulle modalità del blitz di venerdì 3 settembre, che sarebbe iniziato in modo accidentale mentre un furgone – con il consenso dei terroristi – stava recuperando i corpi di alcuni ostaggi morti nei giorni precedenti. Per il momento non sembra che sia stato fatto tutto il possibile per aprire una vera trattativa e del resto le parole di Putin a tragedia consumata – «Non si tratta con chi uccide i bambini» – e il suo rifiuto di dar vita a commissioni d’inchiesta lasciano molte ombre. Ombre anche sulla conduzione dell’assalto da parte dei reparti speciali «Alfa», sul caos che regnava attorno alla scuola e sulle complicità locali di cui avrebbero approfittato i terroristi (gli esplosivi erano in gran parte nascosti nella scuola, ristrutturata questa estate).

Sugli obiettivi dell’azione terroristica non sembrano invece esserci dubbi: colpire i bambini era un modo per incendiare ancora di più il Caucaso e mettere gli uni contro gli altri, gli osseti contro ceceni e ingusceti e tutti contro i russi.C.T.

Beslan, intervista al generale Baschiera: «Troppi errori»

Cosa insegna al mondo l’apocalisse dell’Ossezia