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Benedizione Urbi et orbi (Pasqua 2003)

Al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Patriarcale Basilica Vaticana, Giovanni Paolo II, prima di impartire la Benedizione Apostolica Urbi et Orbi ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo ascoltavano attraverso la radio e la televisione, ha pronunciato questo messaggio pasquale:

1. “Surrexit Dominus de sepulcro

qui pro nobis pependit in ligno” (dalla Liturgia).

“E’ risorto dal sepolcro il Signore,

che per noi fu appeso alla croce”. Alleluia!

Risuona festoso l’annuncio pasquale:

Cristo è risorto, è veramente risorto!

Colui che “patì sotto Ponzio Pilato,

fu crocifisso, morì e fu sepolto”,

Gesù, Figlio di Dio nato dalla Vergine Maria,

“è risorto il terzo giorno secondo le Scritture” (Credo).

2. Questo annuncio è il fondamento

della speranza dell’umanità.

Se infatti Cristo non fosse risorto,

non solo sarebbe vana la nostra fede (cfr 1 Cor 15,14),

ma vana sarebbe anche la nostra speranza,

perché il male e la morte ci terrebbero tutti in ostaggio.

Ora, invece, – proclama l’odierna Liturgia –

Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1 Cor 15,20).

Morendo Gesù ha infranto e vinto

la ferrea legge della morte,

estirpandone la radice velenosa per sempre.

3. “Pace a voi!” (Gv 20,19.20).

Questo è il primo saluto del Risorto ai discepoli;

saluto che quest’oggi ripete al mondo intero.

O Buona Novella tanto attesa e desiderata!

O annuncio consolante per chi è oppresso

sotto il peso del peccato e delle sue molteplici strutture!

Per tutti, specialmente per i piccoli e i poveri,

proclamiamo oggi la speranza della pace,

della pace vera, fondata sui solidi pilastri

dell’amore e della giustizia, della verità e della libertà.

4. “Pacem in terris…“.

“La pace sulla terra, anelito profondo

degli esseri umani di tutti i tempi,

può essere instaurata e consolidata

solo nel pieno rispetto dell’ordine

stabilito da Dio” (Enc. Pacem in terris, Introd.).

Con queste parole inizia la storica Enciclica,

con la quale quarant’anni or sono

il beato Papa Giovanni XXIII

indicò al mondo la via della pace.

Sono parole quanto mai attuali

all’alba del terzo millennio,

tristemente oscurata da violenze e conflitti.

5. Pace in Iraq! Con il sostegno

della Comunità internazionale,

gli Iracheni diventino protagonisti

d’una solidale ricostruzione del loro Paese.

Pace nelle altre regioni del mondo,

dove guerre dimenticate e conflitti striscianti

provocano morti e feriti tra il silenzio e l’oblio

di non poca parte della pubblica opinione.

Con profonda pena penso alla scia

di violenza e di sangue

che non accenna a finire in Terra Santa.

Penso alla tragica situazione

di non pochi Paesi del Continente africano,

che non può essere abbandonato a se stesso.

Ho ben presenti i focolai di tensione

E gli attentati alla libertà dell’uomo

nel Caucaso, in Asia ed in America Latina,

regioni del mondo a me ugualmente care.

6. Si spezzi la catena dell’odio, che minaccia

l’ordinato sviluppo della famiglia umana.

Ci conceda Iddio di essere liberati

dal pericolo d’un drammatico scontro

tra le culture e le religioni.

La fede e l’amore verso Dio

rendano i credenti di ogni religione

artefici coraggiosi di comprensione e di perdono,

pazienti tessitori di un proficuo dialogo interreligioso,

che inauguri un’era nuova di giustizia e di pace.

7. Come agli Apostoli impauriti sul lago in tempesta,

Cristo ripete agli uomini del nostro tempo:

Coraggio, sono io, non temete!” (Mc 6,50).

Se Egli è con noi, perché avere paura?

Per quanto buio possa apparire l’orizzonte dell’umanità,

oggi celebriamo il trionfo sfolgorante della gioia pasquale.

Se un vento contrario ostacola il cammino dei popoli,

se si fa burrascoso il mare della storia,

nessuno ceda allo sgomento e alla sfiducia!

Cristo è risorto; Cristo è vivo tra noi,

realmente presente nel sacramento dell’Eucaristia,

Egli si offre quale Pane di salvezza,

Pane dei poveri, Cibo dei pellegrini.

8. O divina presenza d’amore,

o vivo memoriale di Cristo nostra Pasqua,

Tu sei viatico per chi soffre e chi muore,

per tutti sei pegno sicuro di vita eterna!

Maria, primo tabernacolo della storia,

Tu, silenziosa testimone dei prodigi pasquali,

aiutaci a cantare con la vita

il tuo stesso “Magnificat” di lode e di ringraziamento,

perché quest’oggi “è risorto dal sepolcro il Signore,

che per noi fu appeso alla croce”.

E’ risorto Cristo, nostra pace e nostra speranza.

E’ risorto. Alleluia!

Auguri in lingua italiana

Carissimi Fratelli e Sorelle di Roma e d’Italia, Buona Pasqua!

La luce sfolgorante di Cristo risorto rechi gioia e serenità ai cuori degli abitanti e delle famiglie di questa amata Nazione. Giunga specialmente laddove c’è gente che soffre, e sia balsamo di conforto per chi si trova in situazioni di particolare bisogno e difficoltà. Consolidi l’unione e la concordia della Comunità nazionale, e rafforzi in quanti operano al suo servizio il vivo desiderio di perseguire comuni obiettivi di autentico sviluppo sociale per il bene di tutti.

La pace del Signore risorto sia con tutti voi!