Vita Chiesa

BENEDETTO XVO A SANTIAGO: L’EUROPA SI APRA CON GIOIA A DIO, LUI NON E’ NEMICO DELL’UOMO

(ASCA) – L’Europa “della scienza e delle tecnologie”, “della civilizzazione e della cultura” deve “gioiosamente” “aprirsi a Dio, uscire all’incontro con Lui senza paura”: è il grido lanciato con forza oggi pomeriggio da papa Benedetto XVI, durante l’omelia della messa celebrata nella Plaza del Obradoiro di Santiago de Compostela, in occasione dell’Anno Giubilare Compostelano.Il papa ha dedicato al Vecchio Continente la seconda parte del suo testo, cercando di spiegare “qual è il contributo specifico e fondamentale della Chiesa a questa Europa, che ha percorso nell’ultimo mezzo secolo un cammino verso nuove configurazioni e progetti”. In primo luogo, la sua risposta, il suo apporto consiste in “una realtà così semplice e decisiva”: “Che Dio esiste e che è Lui che ci ha dato la vita”. Per questo, ha continuato papa Ratzinger, “é una tragedia che in Europa, soprattutto nel XIX secolo, si affermasse e diffondesse la convinzione che Dio è l’antagonista dell’uomo e il nemico della sua libertà“. Ma, si è chiesto allora il pontefice, “come Dio avrebbe creato tutte le cose se non le avesse amate, lui che nella sua infinita pienezza non ha bisogno di nullà? Come si sarebbe rivelato agli uomini se non avesse voluto proteggerlì? Dio è l’origine del nostro essere e il fondamento e culmine della nostra libertà, non il suo oppositore”. Per questo, ha spiegato, “é necessario che Dio torni a risuonare gioiosamente sotto i cieli dell’Europa; che questa parola santa non si pronunci mai invano; che non venga stravolta facendola servire a fini che non le sono propri. Occorre che venga proferita santamente. è necessario che la percepiamo così nella vita di ogni giorno, nel silenzio del lavoro, nell’amore fraterno e nelle difficoltà che gli anni portano con sé. L’Europa deve aprirsi a Dio, uscire all’incontro con Lui senza paura, lavorare con la sua grazia per quella dignità dell’uomo che avevano scoperto le migliori tradizioni: oltre a quella biblica, fondamentale a tale riguardo, quelle dell’epoca classica, medievale e moderna, dalle quali nacquero le grandi creazioni filosofiche e letterarie, culturali e sociali dell’Europa”. “Non smettete di imparare le lezioni di questo Cristo dei crocicchi dei cammini e della vita – ha allora esortato Benedetto XVI ai pellegrini presenti nella piazza -, in lui ci viene incontro Dio come amico, padre e guida. O Croce benedetta, brilla sempre nelle terre dell’Europa!”. Il papa ha ricordato che non si può proclamare “la gloria dell’uomo” senza metterlo in guardia dalle “minacce alla sua dignità per la privazione dei suoi valori e ricchezze originari, l’emarginazione o la morte inflitte ai più deboli e poveri. Non si può dar culto a Dio senza proteggere l’uomo suo figlio e non si serve l’uomo senza chiedersi chi è suo Padre e rispondere alla domanda su di lui”. “L’Europa della scienza e delle tecnologie, l’Europa della civilizzazione e della cultura – è stata la sua conclusione -, deve essere allo stesso tempo l’Europa aperta alla trascendenza e alla fraternità con altri continenti, al Dio vivo e vero a partire dall’uomo vivo e vero. Questo è ciò che la Chiesa desidera apportare all’Europa: avere cura di Dio e avere cura dell’uomo, a partire dalla comprensione che di entrambi ci viene offerta in Gesù Cristo”.