Vita Chiesa

BENEDETTO XVI,UDIENZA: NECESSARIA L’ARMONIA TRA FEDE E RAGIONE

“E’ necessaria l’armonia tra fede e ragione”, perché “significa soprattutto che Dio non è lontano, ma al contrario che è vicino a ogni essere umano, e che è vicino tanto al suo cuore quanto alla sua ragione”. A ribadirlo è stato il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi è tornato per la terza volta sulla figura di san’Agostino. Per il Papa, l’itinerario intellettuale e spirituale di Agostino rappresenta “un modello nel rapporto tra fede e ragione, tema centrale per l’equilibrio e il destino di ogni essere umano”. Queste due dimensioni, ha spiegato infatti il Pontefice, “non vanno separate né contrapposte, ma piuttosto devono essere armonizzate perché, come ha scritto Agostino stesso poco dopo la sua conversione, sono “le due forze che ci portano a conoscere”. “Giustamente celebri”, dunque, le due formule agostiniane che esprimono “questa coerente sintesi tra fede e ragione: ‘credi per comprendere’, ma anche, e inseparabilmente, ‘comprendi per credere’, che per il Papa “esprimono con efficace immediatezza e con altrettanta profondità la soluzione cattolica a questo problema”.

“La lontananza da Dio è lontananza da se stessi”, perché per Sant’Agostino l’uomo è “un grande enigma” e “un grande abisso”, che “solo Cristo illumina e salva”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi di oggi, la penultima – ha annunciato – dedicato alla figura di sant’Agostino. Nella prossima udienza, ha anticipato infatti ai fedeli in piazza S. Pietro, il Papa si soffermerà sulla figura di Agostino come “uomo convertito”. Tra le altre, il Santo Padre ha citato “un’affermazione famosissima” contenuta nelle Confessioni, l’autobiografia spirituale del vescovo di Ippona: “Ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore, finché non riposa in te”. “Proprio questa vicinanza di Dio all’uomo fu avvertita con straordinaria intensità da Agostino”, ha osservato il Papa, facendo notare come per quest’ultimo “la presenza di Dio nell’uomo è profonda e nello stesso tempo misteriosa, ma può essere riconosciuta e scoperta nel proprio intimo”. “Non andare fuori – afferma infatti il convertito nel “De vera religione” – ma ‘torna in te stesso; nell’uomo interiore abita la verità; e se troverai che la tua natura è mutabile, trascendi te stesso. Ma ricordati, quando trascendi te stesso, che tu trascendi un’anima che ragiona. Tendi dunque là dove si accende la luce della ragione”. “E’ fondamentale che la Chiesa, popolo di Dio in senso cristologico e non in senso sociologico, sia davvero inserita in Cristo”.

Nell’udienza di oggi dedicata ancora una volta a sant’Agostino, il Papa ha citato un passo del “De civitate”, in cui il dottore della Chiesa sottolinea che “l’essere umano è sociale per natura ma antisociale per vizio, ed è salvato da Cristo, unico mediatore tra Dio e l’umanità e via universale della libertà e della salvezza”, come ha ripetuto Giovanni Paolo II nella lettera “Augustinum Hipponensem”. In quanto “unico mediatore della salvezza”, dunque, “Cristo è capo della Chiesa e ad essa è misticamente unito al punto che Agostino può affermare: ‘Siamo diventati Cristo. Infatti se egli è il capo, noi le sue membra, l’uomo totale è lui e noi’”. Nella visione agostiniana, la Chiesa, in quanto “popolo di Dio e casa di Dio” – ha concluso il Papa – è così “legata strettamente al concetto di Corpo di Cristo, fondata sulla rilettura cristologica dell’Antico Testamento e sulla vita sacramentale centrata sull’Eucaristia”.

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