Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, VESPRI A MONTECASSINO: PROSEGUIRE L’OPERA DI EVANGELIZZAZIONE DI BENEDETTO

“Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui. Lo manifesta chiaramente la vicenda umana e spirituale di san Benedetto, che, abbandonato tutto, si pose alla fedele sequela di Gesù. Incarnando nella propria esistenza il Vangelo, è diventato iniziatore d’un vasto movimento di rinascita spirituale e culturale in Occidente”. Lo ha ricordato, ieri pomeriggio, Benedetto XVI, nella basilica dell’Abbazia di Montecassino, dove ha presieduto i Vespri. Benedetto, ha osservato il Papa, “fu esempio luminoso di santità e indicò ai monaci come unico grande ideale Cristo; fu maestro di civiltà che, proponendo un’equilibrata e adeguata visione delle esigenze divine e delle finalità ultime dell’uomo, tenne sempre ben presenti anche le necessità e le ragioni del cuore, per insegnare e suscitare una fraternità autentica e costante, perché nel complesso dei rapporti sociali non si perdesse di mira un’unità di spirito capace di costruire ed alimentare sempre la pace”. Non a caso è “la parola Pax ad accogliere i pellegrini e i visitatori alle porte di questa Abbazia, ricostruita dopo l’immane disastro del secondo conflitto mondiale; essa si eleva come silenzioso monito a rigettare ogni forma di violenza per costruire la pace: nelle famiglie, nelle comunità, tra i popoli e nell’intera umanità”.San Benedetto, dunque, “invita ogni persona che sale su questo Monte a cercare la pace e a seguirla: ‘inquire pacem et sequere eam’”. “Alla sua scuola – ha chiarito il Papa – i monasteri sono diventati, nel corso dei secoli, fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace”. I monaci, ha ricordato, “hanno saputo insegnare con la parola e con l’esempio l’arte della pace attuando in modo concreto i tre ‘vincoli’ che Benedetto indica come necessari per conservare l’unità dello Spirito tra gli uomini: la croce, che è la legge stessa di Cristo; il libro e cioè la cultura; e l’aratro, che indica il lavoro, la signoria sulla materia e sul tempo”. Grazie all’attività dei monasteri, articolata nel triplice impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro, “interi popoli del continente europeo hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale, educandosi al senso della continuità con il passato, all’azione concreta per il bene comune, all’apertura verso Dio e la dimensione trascendente”. “Preghiamo perché l’Europa – ha dichiarato – sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un’immensa ricchezza culturale e spirituale”.“Ciò è possibile però soltanto se si accoglie il costante insegnamento di san Benedetto, ossia il ‘quaerere Deum’, cercare Dio, come fondamentale impegno dell’uomo”, ha dichiarato il Papa. L’essere umano, ha chiarito Benedetto XVI, “non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio. Tocca in particolare a voi, cari monaci, essere esempi viventi di questa interiore e profonda relazione con Lui, attuando senza compromessi il programma che il vostro fondatore ha sintetizzato” nel “nulla anteporre all’amore di Cristo”. In questo, ha sottolineato il Pontefice, “consiste la santità, proposta valida per ogni cristiano, più che mai nella nostra epoca, in cui si avverte la necessità di ancorare la vita e la storia a saldi riferimenti spirituali”. “Da questo luogo dove riposano le sue spoglie mortali – ha proseguito -, il santo patrono d’Europa continua ad invitare tutti a proseguire la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana. Incoraggia in primo luogo voi, cari monaci, a restare fedeli allo spirito delle origini e ad essere interpreti autentici del suo programma di rinascita spirituale e sociale”. Al termine, il Papa ha venerato le reliquie di San Benedetto e di Santa Scolastica, che sono sepolti dietro l’altare maggiore della basilica. Dell’avvenuta venerazione è stato letto il “Rogito”.Sir