Lo Stato della Città del Vaticano è uno strumento necessario per dare alla Chiesa e al Papa la possibilità di adempiere al mandato ricevuto da Cristo: è quanto sottolineato stamani da Benedetto XVI. Occasione dell’intervento del Papa è stata l’udienza, in Sala Clementina, ai partecipanti al Convegno per l’80.mo di fondazione dello Stato vaticano intitolato Un piccolo territorio per una grande missione. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto dal cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato che ha promosso il convegno di studi. La Civitas Vaticana – ha detto il Papa – è in verità un punto quasi invisibile sui mappamondi della geografia mondiale, uno Stato minuto ed inerme privo di eserciti temibili, apparentemente irrilevante nelle grandi strategie geopolitiche internazionali. Eppure, questo presidio visibile dell’assoluta indipendenza della Santa Sede, è stato ed è centro di irradiazione di una costante azione a favore della solidarietà e del bene comune.Lo Stato Vaticano, ha aggiunto, che racchiude in sé tesori di fede, di storia, di arte, custodisce un patrimonio prezioso per l’umanità intera e dal “suo cuore, dove presso la tomba di San Pietro abita il Papa, si leva un incessante messaggio di vero progresso sociale, di speranza, di riconciliazione e di pace.Benedetto XVI ha quindi elogiato l’impegno volto ad approfondire e a far meglio conoscere la storia e la fisionomia della Civitas Vaticana. Una realtà, ha rilevato, non sempre ben compresa nella sue ragioni d’essere e nei molteplici compiti che è chiamata a svolgere. Per chi opera quotidianamente a servizio della Santa Sede o per chi vive nell’Urbe – ha proseguito – è un dato di fatto scontato che esista nel cuore di Roma un piccolo Stato sovrano, ma non a tutti è noto che esso è frutto di un processo storico alquanto tormentato, che ne ha reso possibile la costituzione, motivata da alti ideali di fede e da lungimirante consapevolezza delle finalità a cui doveva soddisfare.Il Papa è tornato dunque con la memoria all’11 febbraio del 1929, ripensando con profonda riconoscenza a Pio XI, che fu con lucida lungimiranza e indomita volontà il vero fondatore e il primo costruttore dello Stato della Città del Vaticano. Un Papa, ha detto, che guidò la Chiesa in anni difficili e dovette misurarsi con le difficoltà e le persecuzioni che la Chiesa subiva in Paesi quali il Messico e la Spagna e con la lotta che ad essa portarono i totalitarismi sorti e consolidatisi in quegli anni. E ha aggiunto: Si rimane davvero ammirati di fronte all’opera saggia e forte di questo Pontefice, che per la Chiesa volle solo quella libertà che le permettesse di svolgere integralmente la sua missione. Anche lo Stato della Città del Vaticano, sorto a seguito dei Patti Lateranensi e in particolare del Trattato, fu considerato da Pio XI uno strumento per garantire la necessaria indipendenza da ogni potestà umana, per dare alla Chiesa e al suo Supremo Pastore la possibilità di adempiere pienamente al mandato ricevuto da Cristo Signore.Il significativo anniversario, che in questi giorni stiamo commemorando, ha detto il Papa, è motivo di profondo ringraziamento al Signore, che guida le sorti della sua Chiesa nelle vicende spesso turbolente del mare della storia. Ha così incoraggiato quanti operano nei diversi uffici e servizi vaticani a svolgere le loro mansioni non solo con onestà e competenza professionale, ma anche con una sempre più viva consapevolezza che il loro lavoro costituisce un prezioso servizio alla causa del Regno di Dio. Ed ha auspicato che questo Stato, dopo i suoi primi 80 anni, riprenda il cammino con più forte slancio apostolico. (Fonte: Radio Vaticana)