Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: VIRTU’ EVANGELICHE BASE DI TUTTA LA VITA CRISTIANA E UMANA

Le “virtù evangeliche” sono la “base di tutta la vita cristiana e umana”. Lo ha detto il Papa, attualizzando la figura di santa Teresa di Gesù, “una santa che rappresenta uno dei vertici della spiritualità di tutti i tempi”, nata ad Avila nel 1515 e morta nel 1582. “Vera maestra per i fedeli di ogni tempo” – le parole di Benedetto XVI al termine della catechesi odierna – santa Teresa d’Avila “propone le virtù evangeliche come base di tutta la vita cristiana e umana”. Tra di esse, “il distacco dai beni o povertà evangelica; l’amore gli uni per gli altri come elemento essenziale della vita comunitaria e sociale; l’umiltà come amore alla verità; la determinazione come frutto dell’audacia cristiana; la speranza teologale, che descrive come sete di acqua viva. Senza dimenticare le virtù umane: af­fabilità, veracità, modestia, cortesia, allegria, cultura”. In secondo luogo, per il Papa, santa Teresa “propone una profonda sintonia con i grandi personaggi biblici e l’ascolto vivo della Parola di Dio”, e “sottolinea quanto è essenziale la preghiera”, che per lei “è vita e si sviluppa gradualmente di pari passo con la crescita della vita cristiana: comincia con la preghiera vocale, passa per l’interiorizzazione attraverso la meditazione e il raccoglimento, fino a giungere all’unione d’amore con Cristo e con la Santissima Trinità”.“Nella nostra società, spesso carente di valori spirituali – ha detto Benedetto XVI al termine della catechesi – santa Teresa ci insegna ad essere testimoni instancabili di Dio”. “Ci insegna a sentire realmente la sete di Dio che esiste nella profondità del nostro cuore, a desiderarlo veramente, a cercare Dio per vederlo, per trovare la sua amicizia e così la vera vita”, ha poi aggiunto a braccio. In questa prospettiva, ha proseguito sempre fuori testo, “il tempo della preghiera non è tempo perso, ma un tempo in cui si apre la strada per la vita, per imparare da Dio un amore ardente a lui e alla sua Chiesa e una carità concreta per i nostri fratelli”. Un altro tema caro a santa Teresa d’Avila è, per il Papa, “la centralità dell’umanità di Cristo”: per lei, infatti, “la vita cristiana è relazione personale con Gesù”. Santa Teresa, inoltre, “vive un amore incondizionato alla Chiesa”, anche “di fronte agli episodi di divisione e conflitto nella Chiesa del suo tempo”, e riforma l’Ordine carmelitano proprio “con l’intenzione di meglio servire e difendere” quest’ultima. Un ultimo “aspetto essenziale” della dottrina teresiana è la perfezione, come “aspirazione” e “meta finale di tutta la vita cristiana”. Alla fine del percorso del “Castello interiore”, nell’ultima “stanza” Teresa descrive la “pienezza” come “unione a Cristo attraverso il mistero della sua umanità.“Un’esistenza consumata all’interno della Spagna, ma spesa per la Chiesa intera”: così il Papa ha ripercorso la biografia di santa Teresa d’Avila, proclamata “dottore della Chiesa” nel 1970 da Paolo VI. Grande riformatrice dell’Ordine carmelitano, Teresa – ha ricordato Benedetto XVI – è arrivata a fondare 17 nuovi Carmeli, punto di partenza dell’ordine religioso dei Carmelitani Scalzi, fondato grazie al “fondamentale incontro” con San Giovanni della Croce. “Teresa di Gesù non aveva una formazione accademica”, ha detto il Papa, e “come scrittrice, si è sempre attenuta a ciò che personalmente aveva vissuto o aveva visto nell’esperienza di altri, cioè a partire dall’esperienza”, tra cui l’”amicizia spirituale con molti santi”. Il Papa ha definito la sua autobiografia, il “Libro della vita”, “una lettura che affascina, perché la santa non solo racconta, ma mostra di rivivere l’esperienza profonda del suo rapporto con Dio”. Nel 1566, Teresa scrive il “Cammino di Perfezione”, in cui propone alle novizie “un intenso programma di vita contemplativa al servizio della Chiesa, alla cui base vi sono le virtù evangeliche e la preghiera”. Ma l’opera mistica più famosa di santa Teresa è il “Castello interiore”, scritto nel 1577: “una rilettura del proprio cammino di vita spirituale e una codificazione del possibile svolgimento della vita cristiana verso la sua pienezza, la santità”.“Benedico di cuore ciascuno di voi e il vostro cammino della Chiesa”. Questo lo speciale saluto che il Papa ha rivolto “con affetto” oggi – prima dei saluti in lingua italiana, al termine dell’udienza generale – ai “religiosi e religiose ne tutte le persone consacrate, in questa Giornata dedicata in modo speciale alla vita consacrata, nella festa liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio”. Salutando i fedeli italiani, Benedetto XVI si è rivolto poi ai “vescovi amici” della Comunità di S. Egidio, incoraggiandoli a “seguire con fedeltà Gesù e il suo Vangelo”. Ai giovani, infine, ha affidato l’esempio di San Giovanni Bosco, “sacerdote ed educatore”. “Guardate a lui – le parole del Santo Padre – come autentico maestro di vita e di santità”.Sir