Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: UDIENZA, USA ESEMPIO DI «SANA LAICITÀ»; IL SILENZIO DI GROUND ZERO

“Confermare nella fede i cattolici, per rinnovare e incrementare la fraternità con tutti i cristiani, e per annunciare a tutti il messaggio di ‘Cristo nostra Speranza’”. Con queste parole il Papa, durante l’udienza generale di oggi, ha riassunto l’obiettivo del suo ottavo viaggio apostolico internazionale, svoltosi negli Stati Uniti dal 15 al 21 aprile scorsi. Nell’incontro con il presidente Bush, ha raccontato Benedetto XVI ai circa 20 mila fedeli presenti in piazza S. Pietro, “ho avuto modo di rendere omaggio a quel grande Paese, che fin dagli albori è stato edificato sulla base di una felice coniugazione tra principi religiosi, etici e politici, e che tuttora costituisce un valido esempio di sana laicità, dove la dimensione religiosa, nella diversità delle sue espressioni, è non solo tollerata, ma valorizzata quale ‘anima’ della Nazione e garanzia fondamentale dei diritti e dei doveri dell’uomo”. In tale contesto, secondo il Papa, “la Chiesa può svolgere con libertà ed impegno la sua missione di evangelizzazione e promozione umana, e anche di ‘coscienza critica’, contribuendo alla costruzione di una società degna della persona umana e stimolando un Paese come gli Stati Uniti, a cui tutti guardano quale ad uno dei principali attori della scena internazionale, verso la solidarietà globale, sempre più necessaria ed urgente, e verso l’esercizio paziente del dialogo nelle relazioni internazionali”. In una “società segnata da non poche contraddizioni, che minacciano anche la coerenza dei cattolici e del clero stesso”, incontrando i vescovi a Washington il Papa li ha incoraggiati a “far sentire la loro voce sulle attuali questioni morali e sociali e a formare i fedeli laici, affinché siano buon lievito nella comunità civile, a partire dalla cellula fondamentale che è la famiglia”. Tra le priorità, ha detto Benedetto XVI ripercorrendo durante l’udienza di oggi le tappe fondamentali del viaggio in Usa, quella di “riproporre il sacramento del matrimonio come dono e impegno indissolubile tra un uomo e una donna, ambito naturale di accoglienza e di educazione dei figli”. “La Chiesa e la famiglia, insieme con la scuola, specialmente quella di ispirazione cristiana – l’appello del Pontefice – devono cooperare per offrire ai giovani una solida educazione morale, ma in questo compito hanno grande responsabilità anche gli operatori della comunicazione e dell’intrattenimento”. Con i vescovi,il Papa ha fatto anche riferimento “alla dolorosa vicenda degli abusi sessuali su minori commessi da ministri ordinati”, incoraggiandoli “nell’impegno di fasciare le ferite e di rafforzare i rapporti con i loro sacerdoti”. Altri temi trattati, “il rapporto intrinseco tra il Vangelo e la “legge naturale” e la “sana concezione della libertà”.

“Il compito educativo è parte integrante della missione della Chiesa, e la comunità ecclesiale statunitense si è sempre molto impegnata in esso, rendendo al tempo stesso un grande servizio sociale e culturale all’intero Paese. E’ importante che ciò possa continuare”. Così il Papa ha ricordato l’incontro con i rettori delle università e dei college cattolici a Washington; e proprio l’educazione è stata una delle “sfide” additate agli Usa nella messa al Nationals Park Stadium. “E’ altrettanto importante – ha detto il Papa nell’udienza di oggi – curare la qualità degli istituti cattolici, coniugando fede e ragione, libertà e verità”. In un Paese “a vocazione multiculturale” quale gli Stati Uniti, hanno assunto inoltre “speciale rilievo gli incontri con i rappresentanti di altre religioni”, a Washington e a New York: “Momenti molto cordiali”, li ha definiti Benedetto XVI, che “hanno confermato il comune impegno al dialogo e alla promozione della pace e dei valori spirituali e morali”. Nella “patria della libertà religiosa”, il Papa ha inoltre ricordato che questa “va sempre difesa con sforzo concorde, per evitare ogni forma di discriminazione e pregiudizio”, evidenziando “la grande responsabilità dei leaders religiosi, sia nell’insegnare il rispetto e la nonviolenza, sia nel tener vive le domande più profonde della coscienza umana”.

“Confermare, nel più ampio e autorevole consesso sovranazionale”, il “valore” della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo,a 60 anni dalla sua promulgazione, “richiamandone il fondamento universale, cioè la dignità della persona umana, creata da Dio a sua immagine e somiglianza per cooperare nel mondo al suo grande disegno di vita e di pace”. Questo, ha detto il Papa nell’udienza generale di oggi, l’obiettivo principale della visita alla sede centrale dell’Onu: la quarta visita di un Papa, dopo quella di Paolo VI nel 1965 e le due di Giovanni Paolo II, nel ‘79 e nel ‘95. “Come la pace – ha proseguito il Papa – anche il rispetto dei diritti umani è radicato nella giustizia, vale a dire in un ordine etico valido per tutti i tempi e per tutti ipopoli, riassumibile nella celebre massima ‘Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te’, o, espressa in forma positiva con le parole di Gesù: ‘Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro’”. “Su questa base, che costituisce l’apporto tipico della Santa Sede all’Organizzazione delle Nazioni Unite – le parole del Santo Padre – ho rinnovato, e anche oggi rinnovo, il fattivo impegno della Chiesa Cattolica per contribuire al rafforzamento di relazioni internazionali improntate ai principi di responsabilità e di solidarietà”.

“Nel mio animo sono rimasti fortemente impressi anche gli altri momenti della mia permanenza a New York”, ha detto il Papa al termine della catechesi dell’udienza di oggi, interamente dedicata ad un “bilancio” del viaggio in Usa. “Non dimenticherò mai – ha assicurato il Pontefice – con quanto calore mi hanno fatto gli auguri per il terzo anniversario della mia elezione alla sede di Pietro. E’ stato un momento commovente, in cui ho sperimentato in modo sensibile tutto il sostegno della Chiesa per il mio ministero”. Poi l’incontro con i giovani e i seminaristi: “Guardando in faccia le tenebre di oggi,che minacciano la vita dei giovani – ha commentato il Santo Padre – i giovani possono trovare nei santi la luce che le disperde: la luce di Cristo, speranza per ogni uomo!”. E all’insegna della “speranza, più forte del peccato e della morte”, si è svolto anche “il momento carico di emozione” trascorso dal Papa “in silenzio nella voragine di Ground Zero, pregando per tutte le vittime di quella terribile tragedia”. Infine, la visita papale in Usa è culminata nella Celebrazione eucaristica nello Yankee Stadium di New York: “Porto ancora nel cuore quella festa di fede e di fraternità, con cui abbiamo celebrato i bicentenari delle più antiche Diocesi dell’America del Nord”, le parole del Papa.

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