Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: SENZA DIO L’UOMO DIVENTA SCHIAVO DI SE STESSO

“Quando proclama la sua totale autonomia da Dio, l’uomo contemporaneo diventa schiavo di sé stesso e spesso si ritrova in una solitudine sconsolata”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, interamente dedicata alla Quaresima, “tempo liturgico forte” che “ci provoca a imprimere un più deciso impulso alla nostra esistenza cristiana”. La “conversione”, ha spiegato il Papa, “comporta porsi umilmente alla scuola di Gesù”. Di qui la centralità di una domanda: “La conquista del successo, la bramosia del prestigio e la ricerca delle comodità, quando assorbono totalmente la vita sino ad escludere Dio dal proprio orizzonte, conducono veramente alla felicità? Ci può essere felicità autentica a prescindere da Dio?”. “L’esperienza dimostra – la risposta di Benedetto XVI – che non si è felici perché si soddisfano le attese e le esigenze materiali”, e che “la sola gioia che colma il cuore umano è quella che viene da Dio”. “Né le preoccupazioni quotidiane, né le difficoltà della vita riescono a spegnere la gioia che nasce dall’amicizia con Dio”, ha proseguito il Pontefice, secondo il quale “l’invito di Gesù a prendere la propria croce e a seguirlo può forse apparire duro e mortificante per il nostro desiderio di realizzazione personale”, ma “non è però così”, come dimostra la “testimonianza dei santi”.

“Nella Croce di Cristo, nell’amore che dà se stesso, rinuncia al possesso di se stesso, si trova quella profonda serenità che è sorgente di generosa dedizione ai fratelli, specialmente ai poveri e ai bisognosi, e questo dà anche la gioia a noi stessi”. Nella catechesi dell’udienza generale di oggi, Mercoledì delle Ceneri, il Papa si è soffermato sul cammino quaresimale come “cammino di conversione” che diventa “il momento favorevole” per “rinnovare il nostro abbandono filiale nelle mani di Dio e permettere in pratica quanto Gesù continua a ripeterci: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua’”. “E così va sulla strada dell’amore e della vera felicità”, ha aggiunto a braccio. Riferendosi poi al rito quaresimale dell’imposizione delle Ceneri, Benedetto XVI ha ricordato che le sue due formule “costituiscono un richiamo alla verità dell’esistenza umana: siamo creature limitate, peccatori sempre bisognosi di penitenza e di conversione”. Questo perché, ha spiegato il Santo Padre, “l’essere cristiani si realizza sempre come un nuovo diventare cristiani:non è mai una storia conclusa che sta alle nostre spalle, ma un cammino che esige sempre un esercizio nuovo”.

“Non idolatrare i beni terreni, ma utilizzarli come mezzi per vivere e per aiutare gli altri che sono nel bisogno”. È l’invito rivolto dal Papa nell’ultima parte della catechesi dell’udienza generale di oggi – alla quale hanno partecipato circa 5 mila persone – dedicata alle pratiche quaresimale della preghiera, del digiuno e dell’elemosina. “Noi sappiamo quanto purtroppo – le parole del Pontefice – la suggestione delle ricchezze materiali pervada in profondità la vita moderna”. Di qui la necessità, per il cristiano, di comportarsi controcorrente per “andare incontro alle necessità del prossimo, ad imitazione di Gesù, che si è fatto povero per arricchirci della sua povertà”. Citando, poi, il suo recente Messaggio per la Quaresima, interamente dedicato al significato della pratica dell’elemosina, per “imparare a fare della nostra vita un dono”,rendendoci disponibili “non tanto a dare qualcosa di ciò che possediamo, bensì noi stessi”. Se praticata “con profondo spirito di fede”, dunque, secondo il Papa l’elemosina “diviene un mezzo per capire e realizzare meglio la nostra stessa vocazione cristiana. Quando, infatti – ha concluso il Santo Padre – gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell’esistenza, ma l’amore”.

Un papa che, in un “lungo pontificato, segnato da avvenimenti burrascosi”, cercò di “riaffermare con forza le verità della fede cristiana i fronte a una società esposta ad una progressiva secolarizzazione”.È il ritratto di Pio IX, così come è stato delineato oggi dal Papa al termine dell’udienza in Aula Paolo VI. Salutando, infatti, i rappresentanti del Comitato Pio IX di Senigallia, alla vigilia del 130° anniversario della morte del beato Pio IX, che si celebra domani, Benedetto XVI li ha ringraziati per il loro “generoso impegno teso a richiamare l’attenzione sulla figura e sull’esemplarità delle virtù di questo grande Pontefice, che espletò con eroica carità la missione di pastore universale della Chiesa, avendo sempre come obiettivo la salvezza delle anime”. Secondo il Papa, “la sua testimonianza di indomito e coraggioso servitore di Cristo e della Chiesa costituisce anche oggi un luminoso esempio per tutti”: di qui l’auspicio papale “che questa significativa ricorrenza contribuisca a far conoscere meglio lo spirito e il ‘volto’ di questo mio beato predecessore e ad apprezzarne ancor più la sapienza evangelica e la fortezza interiore”.

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