Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: RISPONDERE CON L’AMORE ALL’ODIO E CON IL PERDONO ALL’OFFESA

“L’amore di Dio cresce in noi se rimaniamo uniti a lui con la preghiera e con l’ascolto della sua parola. Solamente l’amore divino ci fa aprire il cuore agli altri e ci rende sensibili alle loro necessità, facendoci considerare tutti come fratelli e invitandoci a rispondere con l’amore all’odio e con il perdono all’offesa”. Con queste parole il Papa ha attualizzato la figura di Simeone il Nuovo Teologo, nato nel 949 in Asia Minore, i cui scritti “hanno esercitato un notevole influsso sulla teologia e sulla spiritualità dell’Oriente, in particolare per ciò che riguarda l’esperienza dell’unione mistica con Dio”, ha ricordato Benedetto XVI definendo quella del monaco una “ esperienza che resta quanto mai importante anche per noi, oggi”. Soffermandosi poi, a braccio, sui “criteri per vedere se siamo veramente uniti” a Cristo, il Papa ha ricordato che l’amore verso Dio “cresce se rimaniamo uniti a lui con l’apertura del cuore”. In questa prospettiva, l’esempio di Simeone il Nuovo Teologo “richiama tutti – ha detto il Santo Padre sempre fuori testo – all’attenzione alla vita spirituale, alla nascosta presenza di Dio in noi, alla sincerità della coscienza e alla purificazione, alla conversione del cuore, cosicché lo Spirito Santo diventi realmente presente in noi e ci guidi”. “La vera conoscenza di Dio non viene dai libri, ma dall’esperienza spirituale”, ha ammonito Benedetto XVI sulla scorta del’insegnamento di Simeone il Nuovo Teologo. L’itinerario spirituale del credente, per quest’ultimo – ha detto il Papa nella catechesi dell’udienza di oggi – “nasce da un cammino di purificazione interiore, che ha inizio con la conversione del cuore, grazie alla forza della fede e dell’amore; passa attraverso un profondo pentimento e dolore sincero per i propri peccati, per giungere all’unione con Cristo, fonte di gioia e di pace, invasi dalla luce della sua presenza in noi”. Per Simeone, “tale esperienza della grazia divina non costituisce un dono eccezionale, ma è il frutto del battesimo nell’esistenza di ogni fedele seriamente impegnato”. Tutto ciò, partendo dalla consapevolezza che “la vita cristiana è comunione intima e personale con Dio, la grazia divina illumina il cuore del credente e lo conduce alla visione mistica del Signore”. “Questo santo monaco orientale – ha commentato Benedetto XVI – ci richiama tutti a una grande attenzione alla vita spirituale. Se infatti giustamente ci si preoccupa di curare la nostra crescita fisica, umana ed intellettuale, è ancor più importante non trascurare quella interiore, che consiste nella conoscenza di Dio e nella comunione con lui, per sperimentare il suo aiuto in ogni momento e in ogni circostanza”.“Per andare verso Dio abbiamo sempre bisogno di una guida, di dialogo, non possiamo farlo solo con le nostre discussioni”. E’ il forte ammonimento lanciato, a braccio, a conclusione della catechesi dell’udienza generale di oggi, dal Papa, che ha esortato i credenti a “ricorrere ai consigli di un buon padre spirituale”. Secondo Benedetto XVI, infatti, “rimane valido per tutti – sacerdoti, persone consacrate e laici, e specialmente per i giovani – l’invito a ricorrere ai consigli di un buon padre spirituale, capace di accompagnare ciascuno nella conoscenza profonda di se stesso, e condurlo all’unione intima con il Signore, affinché la sua esistenza si conformi sempre più al Vangelo”. Simeone il Nuovo Teologo, protagonista dell’udienza di oggi, ha fatto notare il Papa, “conferisce al padre spirituale del monastero un’importanza essenziale”. Lo stesso giovane Simeone aveva trovato “un direttore spirituale che ebbe ad aiutarlo molto e del quale conservò grandissima stima, tanto da riservargli, dopo la morte, una venerazione anche pubblica”. “Nella sua incessante ricerca di Dio”, Simeone “si lasciò guidare dall’amore”, ha concluso il Santo Padre, e “seppe vivere lui stesso e insegnare ai suoi monaci che l’essenziale per ogni discepolo di Gesù è crescere nell’amore e nella conoscenza di lui, per poter affermare con san Paolo: non vivo più io, ma Cristo vive in me”.“Non abbiate paura di sostare anche voi come Maria presso la Croce, per trovare il coraggio di superare ogni ostacolo nella vostra esistenza”. E’ l’invito rivolto oggi dal Papa ai giovani, al termine dell’udienza generale. Salutando, come di consueto, i giovani, i malati e gli sposi novelli (al termine dei saluti ai fedeli d lingua italiana), Benedetto XVI ha ricordato la memoria liturgica, celebrata ieri, della Beata Vergine Maria Addolorata, che “con fede sostò presso la croce di Gesù”. Ai malati, il Santo Padre ha augurato che “possiate trovare in Maria conforto e sostegno per apprendere dal Signore Crocifisso il valore salifico della sofferenza”, mentre agli sposi novelli ha consigliato di rivolgersi “con fiducia nei momenti di difficoltà alla Vergine Addolorata, che vi aiuterà ad affrontarli con la sua materna intercessione”.Sir