Immedesimarsi, trasformarsi nell’amore e nelle sofferenze del Cristo crocifisso, identificarsi con Lui. Così il Papa ha sintetizzato la lezione di Angela da Foligno, la cui conversione, dopo una vita spensierata ha detto il Papa ripercorrendone la biografia arriverà a maturazione solo quando il perdono di Dio apparirà alla sua anima come il dono gratuito di amore del Padre. Non c’è nessuno che possa portare scuse, perché chiunque può amare Dio, scrive la Beata. Nell’itinerario spirituale di Angela, il passaggio dalla conversione all’esperienza mistica, da ciò che si può esprimere all’inesprimibile, avviene tramite il Crocifisso, che diventa il suo maestro di perfezione. Tutta la sua esperienza mistica è, dunque, tendere a una perfetta somiglianza con lui, mediante purificazioni e trasformazioni sempre più profonde e radicali. In tale stupenda impresa Angela mette tutta se stessa, anima e corpo, senza risparmiarsi in penitenze e tribolazioni dall’inizio alla fine, desiderando di morire con tutti i dolori sofferti dal Dio-uomo crocifisso per essere trasformata totalmente in lui. Questa identificazione, per la Beata, significa anche vivere ciò che Gesù ha vissuto: povertà, disprezzo, dolore: E’ l’instabile equilibrio fra amore e dolore, verso quella perfezione che consente di passare dalla via della croce verso la via dell’amore.Oggi siamo tutti in pericolo di vivere come se Dio non esistesse. Lo ha detto il Papa, che ha concluso a braccio la catechesi dell’udienza generale di oggi, pronunciata di fronte a circa 25 mila fedeli e dedicata interamente alla figura della Beata Angela da Foligno, una grande mistica medioevale vissuta nel tredicesimo secolo. Ma Dio ha proseguito Benedetto XVI sempre fuori testo ha mille modi, e per ciascuno il suo, di farsi presenti nell’anima, di mostrare che esiste, ci conosce, ci ama. Angela vuole farci attenti alla presenza di Dio, per imparare così la via con Dio e verso Dio. La Beata Angela da Foligno, ha ricordato il Papa, è partita da una vita un po’ distante da Dio e da Cristo, ma poi l’incontro con la figura di san Francesco ha risvegliato il suo animo, perché ha compreso che solo con Dio la vita diventa una vera vita. Preghiamo il Signore ha concluso il Pontefice, sempre a braccio che ci renda attenti ai segni della sua presenza, che ci insegni a vivere realmente.Che la Beata Angela da Foligno ci aiuti a comprendere che la vera felicità consiste nell’amicizia con Cristo, crocifisso per amore nostro. Alla sua divina bontà affido con speranza i minatori della regione di Atacama, in Cile. Con un pensiero speciale ai 33 minatori cileni, rinchiusi da più di due mesi nella miniera di san José e che proprio in queste ore stanno lentamente risalendo in superficie, il Papa ha concluso la sintesi della catechesi dell’udienza di oggi in lingua spagnola.Salutando, nella parte finale dell’udienza generale di oggi, i fedeli polacchi, Benedetto XVI ha dedicato un ricordo particolare al suo predecessore, nell’imminenza dell’anniversario dell’elezione di Papa Wojtyla al soglio pontificio, il 16 ottobre 1978. Insieme a voi le parole del Santo Padre ai fedeli ringrazio Dio per la testimonianza ella fede, della speranza e dell’amore che ci ha dato il mio grande predecessore sulla Sede di Pietro. Prego, che i frutti della sua vita, del ministero e dell’insegnamento permangano nella Chiesa e nei cuori degli uomini. Alle vostre preghiere ha concluso il Papa raccomando i lavori del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Rivolgendosi, infine, come di consueto, ai fedeli italiani ultimo gruppo di pellegrini che viene salutato dal Papa al termine dell’udienza del mercoledì Benedetto XVI ha ricordato una presenza mariana molto cara a Giovanni Paolo II: Il mio pensiero va alla Madonna di Fatima, di cui proprio oggi ricordiamo l’ultima apparizione. Alla celeste Madre di Dio affido voi, cari giovani, perché possiate generosamente rispondere alla chiamata del Signore. Maria sia per voi, cari malati, conforto nelle vostre pene; ed accompagni voi, cari sposi novelli, nel vostro incipiente cammino familiare.Sir