Oggi, come ai tempi di san Lorenzo, il mondo ha tanto bisogno di pace, ha bisogno di uomini e donne pacifici e pacificatori. Tutti coloro che credono in Dio devono essere sempre sorgenti e operatori di pace. Lo ha detto il Papa, attualizzando, nella catechesi dell’udienza generale odierna svoltasi in piazza s. Pietro alla presenza di circa 10 mila fedeli la figura di san Lorenzo da Brindisi, insigne dottore della Chiesa, al secolo Cesare Rossi, che nel 1575 divenne frate cappuccino e nel 1582 fu ordinato sacerdote. Tra i tratti salienti della spiritualità del santo pugliese, Benedetto XVI ha citato in particolare la sua azione della pace, svolta attraverso importanti missioni diplomatiche per dirimere controversie e favorire la concordia tra gli Stati europei, minacciati a quel tempo dall’impero ottomano. L’autorevolezza morale di cui godeva ha sottolineato il Santo Padre lo rendeva consigliere ricercato e ascoltato. Fu proprio durante una delle sue missioni diplomatiche, ha ricordato il Papa, che san Lorenzo morì, nel 1919, a Lisbona, dove si era recato presso il re di Spagna, Filippo III, per perorare la causa dei sudditi napoletani vessati dalle autorità locali.Anche oggi la nuova evangelizzazione ha bisogno di apostoli ben preparati, zelanti e coraggiosi, perché la luce e la bellezza del Vangelo prevalgano sugli orientamenti culturali del relativismo etico e dell’indifferenza religiosa, e trasformino i vari modi di pensare e di agire in un autentico umanesimo cristiano. Con queste parole il Papa ha spiegato ai fedeli, durante l’udienza di oggi in piazza s. Pietro, come anche i fedeli più semplici, non dotati di particolare cultura, furono beneficiati dalla parola convincente di san Lorenzo da Brindisi, che si rivolgeva alla gente umile per richiamare tutti alla coerenza della propria vita con la fede professata. Un grande merito, questo, dei Cappuccini e degli ordini religiosi, che, nei secoli XVI e XVII, contribuirono al rinnovamento della vita cristiana penetrando in profondità nella società con la loro testimonianza di vita e il loro insegnamento. Altro tratto caratteristico di san Lorenzo da Brindisi, il primato della preghiera: Dio è la prima priorità, ha commentato Benedetto XVI a braccio, dobbiamo sempre riservare il tempo necessario per essere in comunione di preghiera con nostro Signore. Ai sacerdoti, il Papa ha chiesto di evitare il pericolo dell’attivismo, di agire dimenticando cioè le motivazioni profonde del ministero, senza prendersi cura della propria vita interiore.Anche oggi nel portare avanti il dialogo ecumenico, il confronto con la Sacra Scrittura, letta nella Tradizione della Chiesa, costituisce un elemento irrinunciabile e di fondamentale importanza. Così Benedetto XVI ha indicato ai fedeli l’esempio di San Lorenzo da Brindisi, predicatore efficace, che conosceva in modo così profondo non solo la Bibbia, ma anche la letteratura rabbinica e poté svolgere un intenso apostolato presso diverse categorie di persone. Tutta la sua attività ha aggiunto il Santo Padre è stata ispirata da un grande amore per la Sacra Scrittura, e dalla convinzione che l’ascolto e l’accoglienza della Parola di Dio produce una trasformazione interiore che ci conduce alla santità. Inoltre, ha sottolineato il Pontefice, San Lorenzo da Brindisi ci insegna ad amare la Sacra Scrittura, a crescere nella familiarità con essa, a coltivare quotidianamente il rapporto di amicizia con il Signore nella preghiera. La Parola del Signore, ha concluso il Papa, è fonte da cui attingere per condurre gli uomini del nostro tempo a Dio; come fece san Lorenzo che era in grado di illustrare in modo esemplare la dottrina cattolica anche ai cristiani che, soprattutto in Germania, avevano aderito alla Riforma di Lutero.Sir