L’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento, non di un’etica qualsiasi, bensì di un’etica amica della persona. A ribadirlo, citando la Caritas in Veritate, è stato Benedetto XVI, durante la catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata alla figura di S. Antonio da Padova, che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della spiritualità francescana. Soltanto un’anima che prega può compiere progressi nella vita spirituale: è questo, per Benedetto XVI, l’oggetto privilegiato della predicazione di sant’Antonio, che conosce bene i difetti della natura umana, la tendenza a cadere nel peccato, per cui esorta continuamente a combattere l’inclinazione all’avidità, all’orgoglio, all’impurità, e a praticare invece le virtù della povertà e della generosità, dell’umiltà e dell’obbedienza, della castità e della purezza. Agli inizi del XIII secolo, nel contesto della rinascita delle città e del fiorire del commercio ha fatto notare il Santo Padre – cresceva il numero di persone insensibili alle necessità dei poveri. Per questo Antonio invita i fedeli a pensare alla vera ricchezza, quella del cuore, che rendendo buoni e misericordiosi, fa accumulare tesori per il Cielo. Un insegnamento, questo, molto importante anche oggi, quando la crisi finanziaria e i gravi squilibri economici impoveriscono non poche persone, e creano condizioni di miseria.In quest’anno sacerdotale, preghiamo perché i sacerdoti e i diaconi svolgano con sollecitudine questo ministero di annuncio e attualizzazione della Parola di Dio ai fedeli, soprattutto attraverso le omelie liturgiche. Con queste parole il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata alla figura di san’Antonio da Padova. In particolare, Benedetto XVI ha auspicato che le omelie siano una presentazione efficace dell’eterna bellezza di Cristo, proprio come Antonio raccomandava. Possa Antonio di Padova, tanto venerato dai fedeli, intercedere per la Chiesa intera, e soprattutto per coloro che si dedicano alla predicazione, la preghiera del Santo Padre, che ha auspicato che questi ultimi, traendo ispirazione dal suo esempio, abbiano cura di unire solida e sana dottrina, pietà sincera e fervorosa, incisività nella comunicazione. Tra i tratti specifici della teologia francescana insegnata da Antonio, la preghiera come un rapporto di amore con il Signore, che crea una gioia ineffabile e ha bisogno di un’atmosfera di silenzio che non coincide con il distacco dal rumore esterno, ma è esperienza interiore, che mira a rimuovere le distrazioni provocate dalle preoccupazioni dell’anima. C’è poi il ruolo assegnato all’amore divino, che entra nella sfera degli affetti, della volontà, del cuore, e da cui sgorga una conoscenza spirituale, che sorpassa ogni conoscenza.Sir