La cenere benedetta imposta sul nostro capo è un segno che ci ricorda la nostra condizione di creature, ci invita alla penitenza e ad intensificare l’impegno di conversione per seguire sempre di più il Signore. Lo ha affermato questa mattina Benedetto XVI, durante l’udienza generale nel giorno del Mercoledì delle Ceneri. Per il Santo Padre, la vita cristiana è una via’ da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire. In tal senso, è importante metterci alla scuola di Gesù, ripercorrere gli eventi che ci hanno portato la salvezza, ma non come una semplice commemorazione, un ricordo di fatti passati. Infatti, ha precisato il Papa, c’è una parola-chiave che ricorre spesso nella Liturgia per indicare questo: la parola oggi’; ed essa va intesa in senso originario e concreto, non metaforico. Nelle domeniche di Quaresima, ha proseguito il Pontefice, siamo introdotti a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, per ravvivare in noi questo dono e per far in modo che la nostra vita recuperi le esigenze e gli impegni di questo Sacramento, che è alla base della nostra vita cristiana. L’itinerario che ogni cristiano è chiamato a percorrere durante la Quaresima, ha sottolineato il Papa, è caratterizzato, nella tradizione della Chiesa, da alcune pratiche: il digiuno, l’elemosina e la preghiera. Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Tutto questo però non è ancora la realtà piena del digiuno: è il segno esterno di una realtà interiore ha aggiunto -, del nostro impegno, con l’aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio. Il digiuno, come ricorda san Leone Magno, è legato strettamente all’elemosina ma il periodo della Quaresima deve essere anche un tempo privilegiato per la preghiera. La Chiesa sa che, per la nostra debolezza, è faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima ha precisato il Santo Padre -, invita ad una preghiera più fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio. Infine, Benedetto XVI ha rivolto un appello a a cogliere l’invito di Cristo a seguirlo in modo più deciso e coerente, rinnovando la grazia e gli impegni del nostro Battesimo, per abbandonare l’uomo vecchio che è in noi e rivestirci di Cristo.Sir