Udienza dai toni nostalgici, quella di oggi, di Benedetto XVI che agli oltre 6 mila fedeli presenti in aula Paolo VI ha proposto la figura di san Bonaventura da Bagnoregio: nel proporvi questo argomento, avverto una certa nostalgia, – ha esordito il Papa – perché ripenso alle ricerche che, da giovane studioso, ho condotto proprio su questo autore, a me particolarmente caro. La sua conoscenza ha inciso non poco nella mia formazione. Tra le grandi figure cristiane che contribuirono alla composizione dell’armonia tra fede e cultura ha detto il Papa – si staglia appunto Bonaventura, uomo di azione e di contemplazione, di profonda pietà e di prudenza nel governo. Ripercorrendo le fasi della vita del santo, che vestì il saio francescano, conseguì vari titoli accademici, diventando così uno dei teologi più importanti della storia della Chiesa, Benedetto XVI ha definito attuale l’insegnamento fornito da Bonaventura: in questa sua opera e nella sua vita rimane sempre attuale: la Chiesa è resa più luminosa e bella dalla fedeltà alla vocazione di quei suoi figli e di quelle sue figlie che non solo mettono in pratica i precetti evangelici ma, per la grazia di Dio, sono chiamati ad osservarne i consigli e testimoniano così, con il loro stile di vita povero, casto e obbediente, che il Vangelo è sorgente di gioia e di perfezione.Benedetto XVI ha poi ricordato l’impegno di Bonaventura nell’ordine dei frati minori, del quale fu Ministro generale per 17 anni, svolgendo questo incarico con saggezza e dedizione, visitando le province, scrivendo ai fratelli, intervenendo talvolta con una certa severità per eliminare abusi. Bonaventura raccolse con grande zelo documenti riguardanti il Poverello e ascoltò con attenzione i ricordi di coloro che avevano conosciuto direttamente Francesco. La biografia del santo di Assisi, redatta da Bonaventura fu riconosciuta dal Capitolo generale dei Frati Minori del 1263, come il ritratto più fedele del Fondatore. L’immagine di san Francesco dipinta dal santo di Bagnoregio, ha affermato il Pontefice, è quella di un alter Christus, un uomo che ha cercato appassionatamente Cristo. Nell’amore che spinge all’imitazione, egli si è conformato interamente a Lui. Bonaventura additava questo ideale vivo a tutti i seguaci di Francesco. Questo ideale, valido per ogni cristiano, ieri, oggi, sempre, è stato indicato come programma anche per la Chiesa del Terzo Millennio dal mio Venerabile Predecessore Giovanni Paolo II. Tale programma, egli scriveva nella Lettera Tertio Millennio ineunte, si incentra in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste. Le chiese locali sappiano operare insieme per un impegno sempre più efficace in favore degli Zingari. E’ l’auspicio espresso da Benedetto XVI, salutando, al termine dell’udienza di oggi, i pellegrini italiani, tra i quali i partecipanti all’incontro della pastorale degli zingari. Un saluto particolare il papa lo ha rivolto ai polacchi ai quali ha ricordato il musicista Fryderyk Chopin: in questi giorni ha detto Benedetto XVI viene celebrato il bicentenario della sua nascita, ed è in corso l’anno di Chopin. La musica di questo famosissimo compositore polacco, che ha portato grande contributo alla cultura dell’Europa e del mondo, avvicini a Dio coloro che l’ascoltano e aiuti a scoprire la profondità dello spirito dell’uomo.Sir