Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: IL TEMPO DEL DESERTO PUÒ TRASFORMARSI IN TEMPO DI GRAZIA

«Anche per la Chiesa di oggi il tempo del deserto può trasformarsi in tempo di grazia, poiché abbiamo la certezza che anche dalla roccia più dura Dio può far scaturire l’acqua viva che disseta e ristora”. Ad assicurarlo è stato il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al tempo di Quaresima, si è soffermato sulla “situazione di ambivalenza” che caratterizza i quarant’anni di cammino del popolo di Israele dall’Egitto alla terra promessa, e che “descrive anche la condizione della Chiesa in cammino nel deserto del mondo e della storia”. “In questo deserto – ha spiegato Benedetto XVI – noi credenti abbiamo certamente l’opportunità di fare una profonda esperienza di Dio che rende forte lo spirito, conferma la fede, nutre la speranza, anima la carità”. Ma il deserto “è anche l’aspetto negativo della realtà che ci circonda: l’aridità, la povertà di parole di vita e di valori, il secolarismo e la cultura materialista, che rinchiudono la persona nell’orizzonte mondano dell’esistere sottraendolo ad ogni riferimento al trascendente”. È questo, per il Papa, “anche l’ambiente in cui il cielo sopra di noi è oscuro, perché coperto dalle nubi dell’egoismo, dell’incomprensione e dell’inganno”.I quarant’anni d’Israele nel deserto, per il Papa, da una parte sono “la stagione del primo amore tra Dio e il suo popolo”, dall’altra “il tempo delle tentazioni e dei pericoli più grandi, quando Israele mormora contro il suo Dio e vorrebbe tornare al paganesimo e si costruisce i propri idoli”. Questa “ambivalenza”, la ritroviamo “in modo sorprendente nel cammino terreno di Gesù, naturalmente senza alcun compromesso col peccato”. Ma in questo tempo di “deserto” e d’incontro speciale col Padre – ha fatto notare il Papa – Gesù “si trova esposto al pericolo ed è assalito dalla tentazione e dalla seduzione del maligno, il quale gli propone una via messianica lontana dal progetto di Dio, perché passa attraverso il potere, il successo, il dominio e non attraverso il dono totale sulla Croce”. “Favorire un cammino di rinnovamento spirituale, soprattutto per imparare a imitare Gesù, che nei quaranta giorni trascorsi nel deserto insegnò a vincere la tentazione con la Parola di Dio”: questo lo scopo della liturgia cristiana della Quaresima. “In questi quaranta giorni – l’auspicio del Papa, che alla fine della catechesi ha augurato ai fedeli ‘buon cammino di Quaresima’ – possiamo ritrovare nuovo coraggio per accettare con pazienza e con fede ogni situazione di difficoltà, di afflizione e di prova, nella consapevolezza che dalle tenebre il Signore farà sorgere il giorno nuovo”.“Vi invito tutti a costruire sempre la vostra vita secondo la logica del Vangelo, la logica del non conformismo cristiano”. E’ l’invito rivolto dal Papa ai fedeli di lingua italiana, salutati come di consueto al termine dell’appuntamento del mercoledì, cui hanno partecipato in Aula Paolo VI oltre 7.500 persone. “Il gesto dell’imposizione delle Ceneri, che segna l’inizio della Quaresima – ha detto Benedetto XVI – ci invita a guardare con più umiltà a noi stessi per ricentrare la nostra vita su Dio”. Ai giovani, il Papa ha raccomandato la pratica del digiuno “per acquisire un sempre maggiore dominio su voi stessi” e agli sposi di “vivere la vostra esistenza coniugale aprendola alle necessità dei fratelli”. Benedetto ha salutato, inoltre, “con affetto” la delegazione dei Mondiali Juniores di Sci ed i rappresentanti della Lega italiana contro i tumori, a 90 anni dalla fondazione. Il Comitato organizzatore dei Mondiali di Sci Junior – che si svolgeranno dal 29 febbraio al 9 marzo a Roccaraso e Rivisondoli (L’Aquila)- ha consegnato al Papa una medaglia d’oro speciale disegnata e creata appositamente per il Pontefice. Al centro, il logo del mondiale: un lupo stilizzato, tipico degli altopiani d’Abruzzo. Ai mondiali junior di sci parteciperanno 1.500 ragazzi tra i 15 e i 20 anni, provenienti da 50 nazioni. “Buona Quaresima a tutti!”, l’augurio finale del Papa. (Sir)