Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: I 30 GRADINI DELLA «SCALA» DI CLIMACO VERSO LA PERFEZIONE E LA LOTTA ALLE PASSIONI

“La fede, la speranza e la carità non sono virtù accessibili solo a pochissimo eroi morali, ma un dono di Dio in cui cresce la nostra vita,inizio e fine, punto di partenza e di arrivo”. Lo ha detto il Papa durante la catechesi dell’udienza di oggi, dedicata a San Giovanni Climaco, monaco eremita vissuto 1.500 ani fa e divenuto famoso per la sua opera “La scala”, un “trattato completo di vita spirituale” che racconta “il cammino del monaco dalla rinuncia al mondo fino alla perfezione dell’amore”, attraverso 30 gradini,ognuno collegato col gradino successivo, al vertice dei quali ci sono le tre virtù teologali. “L’opera di un monaco eremita vissuto 1.500 ani fa può dire qualcosa a noi?”, si è chiesto Benedetto XVI nella seconda parte della catechesi, dedicata all’attualizzazione della figura di questo monaco eremita nato intorno al 575 a Bisanzio e morto dopo il 650. “In un primo momento – la risposta del Santo Padre – sembra di no, ma se guardiamo più da vicino vediamo che la vita monastica è solo un segno della grande vita battesimale, della vita da cristiano”. E’ come se i monaci, il paragone adottato dal Papa, “scrivessero in lettere maiuscole ciò che noi scriviamo in lettere minuscole nella nostra vita”. La vita monastica, dunque, come “segno profondo” di “cos’è vivere da battezzati, in comunione con Cristo, con la sua morte e Resurrezione”.

Gli ultimi tre gradini della “scala” di San Giovanni Climaco,ha proseguito il Papa, “sono le virtù fondamentali, ma anche quelle iniziali, più semplici. Tutto il cammino va verso una più radicale realizzazione delle fede,della speranza e della castità, e in queste virtù tutta la scala è presente”. La fede, per Benedetto XVI, “significa che io rinuncio alla mia arroganza”, e prendo coscienza della “necessità di camminare con umiltà”, riscoprendo così “l’infanzia spirituale”. “Entrare con umiltà nello spazio e della fede” vuol dire per il Papa “entrare nella vastità enorme del mondo di Dio”: in questo modo, “cresce la nostra anima, la sensibilità per Dio, la sensibilità del cuore”. “Solo la speranza”, in secondo luogo, “ci rende capaci anche di sperimentare la carità: la speranza per cui trascendiamo le cose di ogni giorno, non aspettiamo il successo di oggi o di domani, ma aspettiamo alla fine Dio stesso”. E’ solo grazie alla speranza, per il Papa, che “possiamo sopportare le delusioni di ogni giorno: solo se c’è Dio, la speranza grande, possiamo fare i passi piccoli della nostra vita,a e così imparare la carità”. “Osiamo questa scalata, e così arriveremo alla vera vita”, l’esortazione finale del Pontefice ai circa 8.000 fedeli presenti in Aula Paolo VI.

“Le passioni non sono cattive in sé, lo diventano se se ne fa un uso cattivo”. Lo ha detto il Papa, soffermandosi oggi – dopo la fine del ciclo di 20 catechesi dedicate alla figura di S. Paolo – sulla figura di san Giovanni Climaco sulla sua opera più famosa, “La scala”, definita da Benedetto XVI “il più importante trattato di strategia spirituale che conosciamo”. I 30 gradini descritti nell’opera, ha detto il Santo Padre, si sviluppano in tre fasi successive che caratterizzano il cammino del monaco. La prima è quella dell’“infanzia spirituale”, della “rottura col mondo al fine di ritornare allo stadio dell’infanzia evangelica”, e che trova le “tre basi e tre colonne” nelle virtù di “innocenza, digiuno e castità”, che caratterizzano “tutti i neonati in Cristo”. “Il distato dalle persone e dai luoghi cari – ha spiegato il Papa – permette all’anima di entrare in una comunione più profonda con Dio, e questa rinuncia sbocca nell’obbedienza, via dell’umiltà”. La seconda fase è quella del “combattimento spirituale contro le passioni”, in cui “ogni gradino è collegato con una passione principale, con l’indicazione della terapia e la proposta della virtù corrispondente”. “La lotta contro le passioni – ha puntualizzato però il Pontefice – in san Giovanni Climaco non rimane una cosa negativa”, ma è “una lotta per trasformarsi alla positività che ha voluto il Creatore”.

L’ultima fase della “scala”, ha detto il Papa, riguarda la “perfezione cristiana”, e comprende “gli ultimi sette gradini” che rappresentano “gli stadi più alti della vita spirituale, per arrivare alla pace interiore”. “Semplicità, umiltà e discernimento” sono le tre virtù corrispondenti,di cui per san Giovanni “è più importante l’ultima, la capacità d discernere”,perché “tutto dipende dalle motivazioni profonde che bisogna vagliare”. Di qui l’importanza di “risvegliare nel cristiano il senso spirituale, il senso del cuore”. “Come guida e regola dobbiamo seguire la nostra coscienza”, scrive san Giovanni Climaco. In questo modo, “si raggiunge l’esichìa, la quiete dell’anima”. In cima alla scala, c’è infine “la suprema trinità delle virtù: la fede, la speranza e soprattutto la carità”, di cui san Giovanni Climaco, “parla anche come éros, figura dell’unione matrimoniale dell’anima con Dio”. “La forza dell’amore umano può essere riorientata a Dio”, il commento del Santo Padre, che ha fatto notare come per san Giovanni Climaco “un’intensa esperienza dell’éros fa avanzare l’anima assai di più della dura lotta contro le passioni, perché più importante della lotta contro le passioni è l’éros, la positività del nostro cammino”. Importante, in san Giovanni Climaco, è anche la “preghiera semplice, costituita “dall’invocazione del nome di Gesù”, che “diventa il nostro respiro”.

Al termine dell’udienza di oggi, salutando i fedeli di lingua italiana, il Papa si è rivolto “con affetto” ai vescovi venuti per gli incontri promossi dal Movimento dei Focolari e dalla Comunità di S. Egidio. “Sono lieto di questa opportunità che vi è offerta per confrontare esperienze ecclesiali di diverse zone del mondo – le parole di Benedetto XVI – ed auguro che questi giorni di preghiera e di riflessioni possano portare frutti abbondanti per le vostre comunità”. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata mondiale del Malato, il Papa ha rivolto inoltre uno speciale saluto a chi si trova nella sofferenza e nella malattia: “La Beata Vergine di Lourdes, alla cui intercessione ricorrono con fiducia numerosi malati nel corpo e nello spirito, rivolga su tutti voi, cari fratelli e sorelle ammalati, il so sguardo di consolazione e di speranza, e vi sostenga nel portare la croce quotidiana in stretta unione con quella redentrice di Cristo”.

Sir