Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: RICORDARE OSTILITÀ E PERSECUZIONI CONTRO I CREDENTI

È importante “ricordare quante volte, nella storia della Chiesa, i credenti hanno incontrato ostilità e subito perfino persecuzioni a causa della loro fedeltà e della loro devozione a Cristo, alla Chiesa e al Papa”. Lo ha ricordato questa mattina Benedetto XVI, nel corso dell’udienza generale con i pellegrini convenuti nell’Aula Paolo VI. Poco prima dell’udienza, il Santo Padre aveva benedetto la statua di sant’Annibale di Francia posta in Vaticano nei pressi dell’Arco delle Campane. La figura del teologo Duns Scoto, vissuto alla fine del XIII secolo e “dotato di un’intelligenza brillante”, è stata al centro del discorso del Pontefice. Dopo gli studi alle università di Oxford e di Parigi, Scoto preferì allontanarsi dalla capitale francese preferendo “l’esilio volontario, piuttosto che firmare un documento ostile al Sommo Pontefice, come il re aveva imposto a tutti i religiosi”. Per il Papa, si deve guardare “con ammirazione a questi cristiani, che ci insegnano a custodire come un bene prezioso la fede in Cristo e la comunione con il Successore di Pietro e con la Chiesa universale”.Nel pensiero di Duns Scoto, ha sottolineato il Santo Padre, “l’Incarnazione è l’opera più grande e più bella di tutta la storia della salvezza, e che essa non è condizionata da nessun fatto contingente”. Anche il ruolo di Maria è stato oggetto della riflessione di Scoto, tanto che i francescani “accolsero e diffusero con entusiasmo questa dottrina, e altri teologi” si “impegnarono a difenderla e a perfezionarla”. In questo senso, ha osservato il Pontefice, “teologi di valore” come Duns Scoto “hanno arricchito con il loro specifico contributo di pensiero ciò che il popolo di Dio credeva già spontaneamente sulla Beata Vergine, e manifestava negli atti di pietà, nelle espressioni dell’arte e, in genere, nel vissuto cristiano”. L’augurio del Papa è che i teologi possano sempre “mettersi in ascolto di questa sorgente e conservare l’umiltà e la semplicità dei piccoli”. Inoltre, “Duns Scoto ha sviluppato un punto a cui la modernità è molto sensibile” ovvero il “tema della libertà e del suo rapporto con la volontà e con l’intelletto”. Per Scoto, infatti, la libertà è una “qualità fondamentale della volontà”. “La storia moderna, oltre alla nostra esperienza quotidiana, ci insegna che la libertà è autentica, e aiuta alla costruzione di una civiltà veramente umana, solo quando è riconciliata con la verità. Se è sganciata dalla verità – ha precisato il Santo Padre -, la libertà diventa tragicamente principio di distruzione dell’armonia interiore della persona umana, fonte di prevaricazione dei più forti e dei violenti, e causa di sofferenze e di lutti”. La libertà, infatti, “come tutte le facoltà di cui l’uomo è dotato, cresce e si perfeziona, afferma Duns Scoto, quando l’uomo si apre a Dio, valorizzando quella disposizione all’ascolto della Sua voce”. Il beato Duns Scoto, ha concluso il Papa, “ci insegna che nella nostra vita l’essenziale è credere che Dio ci è vicino e ci ama in Cristo Gesù, e coltivare, quindi, un profondo amore a Lui e alla sua Chiesa”. Nel pomeriggio, alle ore 18, Benedetto XVI si trasferirà in elicottero nella residenza di Castel Gandolfo dove rimarrà per tutto il periodo estivo.Un pensiero speciale “ai giovani, ai malati e agli sposi novelli”. È quello espresso questa mattina da Benedetto XVI, durante i saluti ai pellegrini italiani per l’udienza generale nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Ieri, ha ricordato il Santo Padre, “ricorreva la memoria liturgica di santa Maria Goretti, vergine e martire: una ragazza che, seppure giovanissima, seppe dimostrare forza e coraggio contro il male”. Ed è proprio a santa Maria Goretti che il Papa si rivolge “per voi, cari giovani, perché vi aiuti a scegliere sempre il bene, anche quando costa; per voi, cari malati, perché vi sostenga nel sopportare le sofferenze quotidiane; e per voi, cari sposi novelli, affinché il vostro amore sia sempre fedele e colmo di rispetto reciproco”.Sir