Vita Chiesa
BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: NEL NOME CRISTIANO PORTIAMO UNA GRANDE RESPONSABILITÀ
Nel nome cristiano portiamo una grande responsabilità: per questo ciascuno di noi deve esaminare sempre nel suo interno i propri pensieri, le proprie parole, le proprie azioni, per vedere se sono rivolte a Cristo o si allontano da Lui. Lo ha detto oggi il Papa, che per la seconda volta dopo mercoledì scorso ha dedicato l’udienza generale alla figura di San Gregorio Nisseno, vescovo vissuto nel quarto secolo, fratello di san Basilio, grande pastore e teologo. In sintesi, ha detto Benedetto XVI ai circa 16mila fedeli presenti, il pensiero di S. Gregorio di Nissa è un invito non solo a parlare di Dio, ma a portare Dio in sé, perché il fine dell’uomo è rendersi simile a Dio, anzitutto attraverso l’amore, la conoscenza e la pratica delle virtù. Per il cristiano, ha ricordato il Santo Padre, la perfezione non è una cosa fatta una volta per sempre, ma un rimanere in cammino, una continua apertura ad andare avanti, perché non si raggiunge ma una piena somiglianza con Dio, siamo sempre in cammino. E’ Dio, in altre parole, che dilata continuamente le possibilità dell’anima, per renderla capace di un bene sempre maggiore.
Non è opera nostra ha proseguito il papa nella catechesi di oggi divenire simile alla divinità, ma il risultato della munificenza di Dio, che ci ha fatto la grazia della somiglianza con Lui. Si tratta ha spiegato Benedetto XVI riferendosi al pensiero di san Gregorio di Nissa non di conoscere qualcosa di Dio, ma dia vere Dio in sé: e quando l’uomo ama Dio, per la reciprocità propria dell’amore, vuole ciò che Dio vuole. In questo cammino,m tuttavia, l’uomo deve purificarsi, e Cristo è il modello e il maestro del cammino di ascesi spirituale. Se guarda a Lui le parole del Pontefice – l’uomo si ritrova pittore della propria vita,grazie alla volontà da esercitare e alle virtù di Cristo come modello a cui ispirarsi. All’ingresso in piazza S. Pietro con la Papamobile, la folla lo ha acclamato a gran voce scandendo Bene-detto, Bene-detto!. Prima di iniziare la catechesi, da parte sua, il Santo Pare si è scusato per le sue non perfette condizioni di voce: Scusate se la mia voce è un po’ danneggiata ha detto farò del il meglio!, salutato da un applauso.
Cristo è presente anche nei poveri, che non devono mai essere oltraggiati, come se non valessero niente; al contrario, essi rappresentano la figura del Salvatore. Lo ha detto oggi il Papa, che nella tradizionale udienza generale, dedicata ancora una volta (dopo ,udienza di mercoledì scorso) alla figura di san Gregorio di Nissa. Quella additata da San Gregorio Nisseno ad ogni cristiano , ha spiegato il Papa, è una salta a Dio che avviene per la preghiera, per la purezza del cuore, ma anche per l’amore al prossimo: è questa la vera salita, perché l’amore è la scala che porta verso il bene. Di qui l’attualità delle parole di San Gregorio di Nissa: Non pensate che tutto sia vostro: ci deve essere anche una parte per i poveri. Siamo tutti fratelli e apparteniamo all’unica stirpe di Cristo, ha sottolineato il Pontefice. Per progredire nel cammino verso la perfezione, e raccogliere in sé Dio, portare in sé l’amore di Dio ha proseguito l’uomo deve rivolgersi con fiducia a Dio nella preghiera, ispirandosi sempre alla preghiera del Signore. Preghiamo, allora ha concluso che io sia allontanato dalla corruzione, liberato dalla morte, liberato dalle catene dell’errore. Non abbiano mai potere su di noi la tirannia del male, o le passioni che dominano con la loro signoria.
La vita e la testimonianza di questa autentica discepola di Cristo, di cui proprio oggi celebriamo la memoria liturgica, sono un invito a noi e a tutta la Chiesa a servire sempre e fedelmente Dio nei poveri e nei bisognosi. Queste le parole dedicate oggi dal Papa alla beata Teresa di Calcutta, nel decimo anniversario della morte della fondatrice delle Missionarie e Missionari della Carità, presenti numerosi in piazza S. Pietro, per l’udienza generale di oggi. Continuate a seguire sempre il suo esempio ha raccomandato loro Benedetto XVI e siate dappertutto strumenti della divina misericordia.
La cura della risorsa dell’acqua e l’attenzione ai cambiamenti climatici sono questioni di grave importanza per l’intera famiglia umana. A ribadirlo è stato oggi il Papa, che dopo i saluti ai fedeli italiani, al termine dell’udienza di oggi in piazza S. Pietro, ha rivolto uno speciale saluto in inglese ai partecipanti al Simposio internazionale sulla cura dell’ambiente Artico, che si apre domani in Groenlandia sul tema: Artico specchio di vita, alla presenza del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Incoraggiato dalla crescente attenzione ai bisogni e alle necessità dell’ambiente ha proseguito il Santo Padre esorto tutti voi ad unirvi a me nella preghiera e nell’impegno per un maggior rispetto per l’amore di Cristo.