Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: LA VIRTÙ CHE PIÙ CONVIENE AL CRISTIANO È L’UMILTÀ; APPELLO PER LA SOMALIA

“Una delle virtù che più conviene al discepolo di Cristo è l’umiltà”: lo ha affermato oggi Benedetto XVI, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, alla presenza di 13.000 pellegrini. Ha centrato la sua catechesi sulle Chiese cristiane siriache del IV secolo e la figura di Afraate, detto il “Saggio”. “Le comunità siriache del IV secolo – ha ricordato il Papa – rappresentano il mondo semitico da cui è uscita la Bibbia stessa, e sono espressione di un cristianesimo la cui formulazione teologica non è ancora entrata in contatto con correnti culturali diverse, ma vive in forme proprie di pensiero. Sono Chiese in cui l’ascetismo sotto varie forme eremitiche (eremiti nel deserto, nelle caverne, reclusi, stiliti), e il monachesimo sotto forme di vita comunitaria, esercitano un ruolo di vitale importanza nello sviluppo del pensiero teologico e spirituale”. Afraate, originario della regione di Ninive-Mossul e vissuto nella prima metà del IV secolo, fu a capo di un monastero e poi vescovo. Parlava nella lingua siriaca e scrisse 23 discorsi centrati su “diversi temi di vita cristiana, come la fede, l’amore, il digiuno, l’umiltà, la preghiera, la stessa vita ascetica, e anche il rapporto tra giudaismo e cristianesimo, tra Antico e Nuovo Testamento”.

Afraate, ha detto il Papa, si definisce “discepolo della Sacra Scrittura” dell’Antico e del Nuovo Testamento, “che considera sua unica fonte di ispirazione, ricorrendovi in modo così abbondante da farne il centro della sua riflessione”. Afraate presenta la salvezza di Cristo “come una guarigione”, “Cristo stesso come medico” e il peccato “come una ferita che solo la penitenza può risanare”. Un altro aspetto importante nella sua opera, ha sottolineato Benedetto XVI, è “il suo insegnamento sulla preghiera”: “Per Afraate la vita cristiana è incentrata nell’imitare Cristo, nel prendere il suo giogo e nel seguirlo sulla via del Vangelo. Una delle virtù che più conviene al discepolo di Cristo è l’umiltà. Essa non è un aspetto secondario nella vita spirituale del cristiano: la natura dell’uomo è umile, ed è Dio che la esalta alla sua stessa gloria”. L’umiltà, ha osservato il Papa citando Afraate, “non è un valore negativo” ma “restando umile, anche nella realtà terrena in cui vive, il cristiano può entrare in relazione col Signore”. Anche la sua visione “dell’uomo e della sua realtà corporale è molto positiva – ha aggiunto -: il corpo umano, sull’esempio di Cristo umile, è chiamato alla bellezza, alla gioia, alla luce”.

La vita cristiana, dunque, “viene presentata in una chiara dimensione ascetica e spirituale: la fede ne è la base, il fondamento; essa fa dell’uomo un tempio dove Cristo stesso abita. La fede quindi rende possibile una carità sincera, che si esprime nell’amore verso Dio e verso il prossimo”. Altro aspetto importante in Afraate, sottolineato da Benedetto XVI, è il digiuno, “da lui inteso in senso ampio”: “Egli parla del digiuno dal cibo come di pratica necessaria per essere caritatevole e vergine, del digiuno costituito dalla continenza in vista della santità, del digiuno dalle parole vane o detestabili, del digiuno dalla collera, del digiuno dalla proprietà di beni in vista del ministero, del digiuno dal sonno per attendere alla preghiera”. Per concludere il Papa è tornato all’insegnamento di Afraate sulla preghiera, che “si realizza quando Cristo abita nel cuore del cristiano, e lo invita a un impegno coerente di carità verso il prossimo”.

Un appello per trovare “soluzioni pacifiche” e recare “sollievo” alla “cara popolazione” della Somalia è stato lanciato oggi da Benedetto XVI al termine della catechesi in piazza San Pietro. In Somalia si è infatti aggravata la crisi politica e umanitaria, con l’uccisione di centinaia di civili in poche settimane e un milione di sfollati all’interno del Paese, di cui 200.000 scappati dalla capitale Mogadiscio nelle ultime due settimane. “Giungono dolorose notizie circa la precaria situazione umanitaria della Somalia, specialmente a Mogadiscio, sempre più afflitta dall’insicurezza sociale e dalla povertà – ha detto oggi il Papa -. Seguo con trepidazione l’evolversi degli eventi e faccio appello a quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché si trovino soluzioni pacifiche e si rechi sollievo a quella cara popolazione”. Benedetto XVI ha concluso incoraggiando anche “gli sforzi di quanti, pur nell’insicurezza e nel disagio, rimangono in quella regione per portare aiuto e sollievo agli abitanti”. Venerdì scorso, infatti, una pallottola vagante aveva ucciso un’operatrice umanitaria mentre stava collaborando alla distribuzione di aiuti.

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