Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: IL RAPPORTO DEL VESCOVO CON LA SUA CITTÀ NON È LIMITATO AI CRISTIANI

“Il rapporto del vescovo con la sua città non era limitato alla popolazione cristiana, ma si estendeva anche a coloro che – al di fuori della Chiesa – ne riconoscevano in qualche modo l’autorità spirituale”. Così il Papa, durante la catechesi di oggi, ha ricordato la figura di sant’Eusebio, “il primo vescovo dell’Italia settentrionale di cui abbiamo notizie certe”. In una Chiesa “divisa” e “senza pastore”, che “stava attraversando un momento difficile”, Eusebio “governava la diocesi con la testimonianza della sua vita”, ha detto Benedetto XVI citando la “testimonianza del singolare rapporto del vescovo con la sua città” che proviene dalla lettera scritta da sant’Ambrogio di Milano ai Vercellesi intorno al 394, più di vent’anni dopo la morte di Eusebio. “Il vescovo e il suo clero dovevano condividere i problemi dei concittadini, ma coltivando al tempo stesso nel cuore una cittadinanza diversa, quella del Cielo”, ha ricordato il Papa: “e così – ha aggiunto a braccio – Eusebio ha realmente costruito una vera cittadinanza, una vera solidarietà comune tra i cittadini di Vercelli”. Era proprio questo “tratto monastico”, secondo il Papa, che “conferiva una dimensione peculiare al rapporto del vescovo con la sua città”. In quanto “sono nel mondo” ma non sono “del mondo”, i pastori per Eusebio “devono esortare i fedeli a non considerare le città del mondo come la loro dimora stabile, ma a cercare la città futura, la definitiva Gerusalemme del cielo”. È proprio questa “riserva escatologica” che, per il Papa, consente ai pastori e ai fedeli di “salvare la scala giusta dei valori, senza mai piegarsi alle mode del momento e alle pretese ingiuste del potere politico”. “La scala autentica dei valori – sembra dire la vita intera di Eusebio –non viene dagli imperatori di ieri e di oggi, ma viene da Gesù Cristo, l’Uomo perfetto, uguale al Padre nella divinità, eppure uomo come noi”. “La scala autentica dei valori – ha aggiunto Benedetto XVI parlando a braccio – non viene dagli imperatori di ieri e di oggi, ma da Gesù Cristo”. Riferendosi a questa scala di valori, Eusebio non si stanca di “raccomandare caldamente” ai suoi fedeli di “custodire con ogni cura la fede, di mantenere la concordia, di essere assidui nell’orazione”. “Anch’io vi raccomando con tutto il cuore questi valori perenni”, ha concluso il Papa, benedicendo i circa 30 mila fedeli presenti all’udienza generale di oggi con le parole del vescovo di Vercelli, il quale esortava a “portare il nostro saluto anche a quelli che sono fuori dalla Chiesa,e che si degnano di nutrire per noi sentimenti d’amore”.“La disparità tra ricchi e poveri s’è fatta più evidente e inquietante, anche all’interno delle nazioni economicamente più avanzate”. È la denuncia fatta dal Papa, che al termine dell’udienza generale di oggi ha citato la Giornata mondiale del rifiuto della miseria, riconosciuta dalle Nazioni Uniti sotto il titolo di Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà,che si celebra oggi. “Quante popolazioni vivono ancora in condizioni di estrema povertà!”, l’esclamazione di Benedetto XVI, che ha proseguito: “Questa situazione preoccupante s’impone alla coscienza dell’umanità, poiché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offendere la dignità dell’essere umano e da compromettere, conseguentemente, l’autentico ed armonioso progresso della comunità mondiale”. Di qui l’appello del Santo Padre “a moltiplicare gli sforzi per eliminare le cause della povertà e le tragiche conseguenze che ne derivano”.Sir