Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: IL PREZIOSO LAVORO DI SAN GIROLAMO SULLA PAROLA DI DIO

“Un prezioso lavoro per la Chiesa latina e per la cultura occidentale”: così il Papa ha definito la “Vulgata”, il testo ufficiale della Chiesa latina tradotta da san Girolamo, figura al centro dell’udienza generale di oggi. “Sulla base dei testi originali e grazie al confronto con precedenti versioni – ha detto il Papa – egli attuò la revisione dei quattro Vangeli in lingua latina, poi del Salterio e di gran parte dell’Antico Testamento. Tenendo conto dell’originale ebraico e greco, della versione dei Settanta e delle precedenti versioni latine, Girolamo, affiancato poi da altri collaboratori, poté offrire una traduzione migliore”: la “vulgata,” appunto, divenuta poi il testo “ufficiale” della Chiesa latina. Benedetto XVI si è soffermato sui “criteri a cui il grande biblista si attenne nella sua opera di traduttore”, primo fra tutti quello di “rispettare perfino l’ordine delle parole delle Sacre Scritture”, perché anch’esso “costituisce una rivelazione”. Girolamo commentò anche parecchi testi biblici e “confutò con energia e vivacità gli eretici che contestavano la tradizione e la fede della Chiesa”. Dimostrò anche “l’importanza e la validità della letteratura cristiana”, presentando le biografie di oltre un centinaio di autori cristiani. San Girolamo, ha proseguito il Pontefice, “scrisse pure biografie di monaci, illustrando accanto ad altri itinerari spirituali anche l’ideale monastico; inoltre tradusse varie opere di autori greci”. Infine nell’importante Epistolario, “un capolavoro della letteratura latina, Girolamo emerge con le sue caratteristiche di uomo colto, di asceta e di guida delle anime”. Nella prima parte della catechesi, il Papa ha ripercorso le tappe principali della vita di san Girolamo, dalla nascita a Stridone verso il 347 da una famiglia cristiana, agli studi a Roma, fino alla partenza per l’Oriente e alla vita da eremita nel deserto, dove “la meditazione, la solitudine, il contatto con la Parola di Dio fecero maturare la sua sensibilità cristiana” e dove “avvertì vivamente il contrasto tra mentalità pagana e vita cristiana”. Nel 382 San Girolamo si trasferì a Roma, divenne segretario e consigliere di Papa Damaso. Lasciò Roma nel 385 e intraprese un pellegrinaggio, dapprima in Terra Santa, “silenziosa testimone della vita terrena di Cristo”, poi in Egitto, “terra di elezione di molti monaci” Nel 386 si fermò a Betlemme, dove restò fino alla morte avvenuta il 30 settembre 419-420.

“La parola di Dio vale per sempre, portandola in noi portiamo la vita eterna”. Con queste parole Benedetto XVI ha concluso l’udienza generale di oggi, davanti a circa 20mila fedeli. Il Papa ha parlato a braccio nel finale della catechesi, chiedendosi “cosa possiamo imparare noi da S. Girolamo”. “Soprattutto – la risposta ad amare la Parola di Dio, ad amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura”. “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo” – ha ammonito il Papa parafrasando uno dei capisaldi del pensiero di San Girolamo – perché ogni cristiano è chiamato “al dialogo vivo con la Parola di Dio donatoci attraverso le Sacre Scritture”. “Un dialogo, questo, che “deve sempre avere due dimensioni”: deve essere, per il Papa, innanzitutto “un dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi ed ha un messaggio per ognuno di noi”. Per questo, ha spiegato il Papa, “dobbiamo leggere la Parola non come parola del passato, ma come Parola con cui Dio parla a noi ed ha qualcosa da dire a ciascuno di noi”. “Ma per non cadere nell’individualismo – ha puntualizzato illustrando l’altra dimensione essenziale del dialogo – dobbiamo capire che la Parola di Dio ci è stata data per costruire comunità, che ci guidino in questo cammino”.

“Pur essendo una Parola personale – ha spiegato Benedetto XIV – la Parola di Dio è sempre una Parola che costruisce comunità, che costruisce Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con una chiesa viva”. “Il luogo privilegiato per l’ascolto della Parola è la liturgia – ha proseguito il Pontefice – dove celebriamo la Parola e la presenza di Dio tra noi; dove la Parola di Dio è viva e parla con noi, diventa presente per la nostra vita”. In questa prospettiva, ha concluso il Papa, “la parola di Dio trascende i tempi”, mentre “le parole umane vanno e passano. Ciò che oggi è modernissimo, domani è passatissimo”. Per finire, Benedetto XVI ha citato una frase di San Girolamo: “Cerchiamo di imparare sulla terra quelle verità la cui consistenza persisterà anche nel cielo”.

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