Alla figura di san Giovanni Crisostomo, detto Crisostomo, cioè Bocca d’oro per la sua eloquenza, papa Benedetto XVI ha dedicato questa mattina la sua catechesi per l’udienza generale in piazza San Pietro. La sua lezione circa la presenza autenticamente cristiana dei fedeli laici nella famiglia e nella società ha detto il Papa rimane ancor oggi più che mai attuale. Il papa ha sottolineato come Giovanni Crisostomo si preoccupi soprattutto di accompagnare con i suoi scritti lo sviluppo integrale della persona, nelle sue dimensioni fisica, intellettuale e religiosa. Da qui alcuni insegnamenti circa l’educazione alla fede del bambino e l’accompagnamento all’età adulta. Un processo che parte dall’infanzia, età in cui si manifestano le inclinazioni al vizio e alla virtù. La legge di Dio ha detto il Papa, riprendendo le lezioni di Crisostomo deve essere fin dall’inizio impressa nell’anima perché di fatto è questa l’età più importante. Crisostomo – ha ricordato il Santo Padre – raccomanda ai genitori di premunire fin dalla più tenera età i bambini con armi spirituali e di insegnare loro a segnare la fronte con la mano. Vengono poi prosegue il Papa, ripercorrendo gli insegnamenti di san Giovanni Crisostomo l’adolescenza e la giovinezza e infine il fidanzamento e il matrimonio. Agli sposi, Crisostomo indica la virtù della temperanza e del matrimonio sottolinea la ricca trama di rapporti personalizzati. Gli sposi ben preparati ha detto il Papa – sbarrano così la via al divorzio: tutto si svolge con gioia e si possono educare i figli alla virtù. Quando poi nasce il primo bambino, questi è come un ponte; i tre diventano una carne sola, poiché il figlio congiunge le due parti’, e i tre costituiscono una famiglia, piccola Chiesa’. Giovanni Crisostomo di cui quest’anno si celebra il 16° centenario della morte (407-2007) si colloca tra i Padri che più hanno lasciato insegnamenti scritti: di lui ha detto il Papa ci sono giunti 17 trattati, più di 700 omelie e 241 lettere. Ogni suo intervento ha detto oggi il Papa – mirò sempre a sviluppare nei fedeli l’esercizio dell’intelligenza, per comprendere e tradurre in pratica le esigenze morali e spirituali della fede.Sir