Conversione è una parola da prendersi nella sua straordinaria serietà, perché l’appello alla conversione mette a nudo e denuncia la facile superficialità che caratterizza molto spesso il nostro vivere. Ne è convinto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza generale di oggi all’inizio della Quaresima, che comincia oggi con il rito dell’imposizione delle Ceneri. Convertirsi ha spiegato Benedetto XVI – significa cambiare direzione nel cammino della vita: non, però, con un piccolo aggiustamento, ma con una vera e propria inversione di marcia. In altre parole, conversione è andare controcorrente, dove la corrente è lo stile di vita superficiale, incoerente ed illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male o comunque prigionieri della mediocrità morale. Con la conversione, invece, si punta alla misura alta della vita cristiana, ci si affida al Vangelo vivente e personale, che è Cristo Gesù. E’ la sua persona la meta finale e il senso profondo della conversione, è lui la via sulla quale tutti sono chiamati a camminare nella vita, lasciandosi illuminare dalla sua luce e sostenere dalla sua forza che muove i nostri passi. Conversione, dunque, non come semplice decisione morale, che rettifica la nostra condotta di vita, ma come scelta di fede, che ci coinvolge interamente nella comunione intima con la persona viva e concreta di Gesù. Convertirsi e credere al Vangelo non sono due cose diverse o in qualche modo soltanto accostate tra loro, ma esprimono la medesima realtà, ha ammonito il Papa, secondo il quale la conversione è il sì totale di chi consegna la propria esistenza al Vangelo, rispondendo liberamente a Cristo che per primo si offre all’uomo come via, verità e vita, come colui che solo lo libera e salva. In questa prospettiva, ogni giorno è momento favorevole e di grazia, perché ogni giorno ci sollecita a consegnarci a Gesù, ad avere fiducia in Lui, a rimanere in Lui, a condividerne lo stile di vita, a imparare da Lui l’amore vero, a seguirlo nel compimento quotidiano della volontà del Padre, l’unica grande legge di vita. Ogni giorno ha sottolineato il Santo Padre – anche quando non mancano le difficoltà e le fatiche, le stanchezze e le cadute, anche quando siamo tentati di abbandonare la strada della sequela di Cristo e di chiuderci in noi stessi, nel nostro egoismo, senza renderci conto della necessità che abbiamo di aprirci all’amore di Dio in Cristo, per vivere la stessa logica di giustizia e di amore. Citando poi il suo recente Messaggio per la Quaresima, il Papa ha esortato i fedeli all’umiltàe a far ricorso in particolare ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia.Di fronte all’innata paura della fine, e ancor più nel contesto di una cultura che in tanti modi tende a censurare la realtà e l’esperienza umana del morire, la liturgia quaresimale, da un lato, ci ricorda la morte invitandoci al realismo e alla saggezza, ma, dall’altro lato, ci spinge soprattutto a cogliere e a vivere la novità inattesa che la fede cristiana sprigiona nella realtà della stessa morte. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi svoltasi in Aula Paolo VI alla presenza di circa 6.500 fedeli si è soffermato sull’antica formula dell’imposizione delle Ceneri, Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai, che il sacerdote pronuncia nel rito di inizio della Quaresima. La parola di Dio ci richiama alla nostra fragilità, anzi alla nostra morte, che ne è la forma estrema, ha spiegato il Papa: L’uomo è polvere e in polvere ritornerà, ma è polvere preziosa agli occhi di Dio, perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità. Così la formula liturgica citata trova la pienezza del suo significato in riferimento al nuovo Adamo, Cristo, le parole del Pontefice.Anche il Signore Gesù ha ricordato infatti il Papa – ha liberamente voluto condividere con ogni uomo la sorte della fragilità, in particolare attraverso la sua morte in croce; ma proprio questa morte, colma del suo amore per il Padre e per l’umanità, è stata la via per la gloriosa risurrezione, attraverso la quale Cristo è diventato sorgente di una grazia donata a quanti credono in Lui e vengono resi partecipi della stessa vita divina. Questa vita che non avrà fine è già in atto nella fase terrena dell’esistenza, ma sarà portata a compimento dopo la risurrezione della carne. Il piccolo gesto dell’imposizione delle ceneri rappresenta quindi per il Papa un invito a percorrere il tempo quaresimale come un’immersione più consapevole e più intensa nel mistero pasquale di Gesù, nella sua morte e risurrezione, mediante la partecipazione all’Eucaristia e alla vita di carità, che dall’Eucaristia nasce e nella quale trova il suo compimento. Con l’imposizione delle ceneri le parole del Pontefice – noi rinnoviamo il nostro impegno di seguire Gesù, di lasciarci trasformare dal suo mistero pasquale, per vincere il male e fare il bene, per far morire il nostro uomo vecchio legato al peccato e far nascere l’uomo nuovo trasformato dalla grazia di Dio. Buona Quaresima a tutti!, l’augurio finale di Benedetto XVI ai fedeli.Cari giovani, vi esorto a vivere la Quaresima con un autentico spirito penitenziale, come un ritorno al Padre, che tutti vi attende a braccia aperte. Queste le parole rivolte da Benedetto XVI ai giovani, nel tradizionale triplice saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli con cui si conclude l’udienza generale, interamente dedicata oggi ad una riflessione sul significato del tempo quaresimale. Cari malati ha proseguito il Papa vi incoraggio ad offrire le vostre sofferenze insieme con Cristo per la conversione di quanti ancora si trovano lontano da Dio; ed auguro a voi, cari sposi novelli, di costruire con coraggio e generosità la vostra famiglia sulla salda roccia dell’amore divino. Oggi, Mercoledì delle Ceneri, il Santo Padre presiederà come di consueto all’inizio di questo tempo liturgico – un’assemblea di preghiera nella forma delle Stazioni romane. Alle ore 16.30 nella Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino avrà luogo un momento di preghiera, cui farà seguito la processione penitenziale verso la Basilica di S. Sabina. Alla processione prenderanno parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci benedettini di Sant’Anselmo, i padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Al termine della processione, nella Basilica di Santa Sabina, avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta dal Papa, con il Rito di benedizione e di imposizione delle ceneri.