Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: COMBATTERE I VIZI CON UN RADICALE CAMBIAMENTO DI VITA

Di fronte alla “vastità dei vizi” diffusi nella società, il “rimedio” da proporre “con decisione” è quello di “un radicale cambiamento di vita, fondato sull’umiltà, l’austerità, il distacco dalle cose effimere e l’adesione a quelle eterne”. Così il Papa ha attualizzato la figura di sant’Oddone, abate di Cluny, nato verso l’880 e morto il 18 novembre 942, al centro della catechesi dell’udienza generale di oggi, in cui Benedetto XVI ha ripreso “dopo una lunga pausa” la presentazione dei grandi scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del tempo medievale. Il Papa ha definito sant’Oddone “una vera guida spirituale sia per i monaci che per i fedeli del suo tempo”, precisando che “nonostante il realismo della sua diagnosi, Oddone non indulge al pessimismo”. “In questo modo – la conclusione della catechesi – il vigoroso ed insieme amabile abate medioevale, appassionato di riforma, con azione incisiva alimentava nei monaci, come anche nei fedeli laici del suo tempo, il proposito di progredire con passo solerte sulla via della perfezione cristiana”. “E vogliamo sperare che la sua bontà, la gioia che viene dalla forza della fede per mezzo dell’austerità del no ai vizi del mondo – le parole di Benedetto pronunciate a braccio al termine della catechesi – tocchi anche il nostro cuore”.“La concordia tra i re e i principi, l’osservanza dei comandamenti, l’attenzione ai poveri, l’emendamento dei giovani, il rispetto per i vecchi”: queste, ha detto il Papa, oltre alla “virtù della pazienza”, le “grandi aspirazioni” di Oddone, che nel 927 divenne il secondo abate di Cluny, il centro di vita spirituale dal quale “potè esercitare un vasto influsso sui monasteri del continente”, in particolare tramite “il sorprendente diffondersi in Europa della vita e della spiritualità ispirate alla Regola di San Benedetto”. Nel “moltiplicarsi di chiostri” che nel medioevo popolavano il nostro continente, diffondendovi “largamente lo spirito e la sensibilità cristiana”, Cluny “fu tra i più illustri e celebrati ed ancora oggi rivela attraverso le sue maestose rovine i segni di un passato glorioso per l’intensa dedizione all’ascesi, allo studio e al culto divino, avvolto di decoro e di bellezza”. Della “guida” e della “riforma” di sant’Oddone, ha ricordato Benedetto XVI, “si giovarono anche in Italia diversi cenobi”, tra i quali quelli di san Paolo fuori le mura. Oddone visitò “più di una volta” Roma, raggiungendo anche Subiaco, Montecassino e Salerno. Fu proprio a Roma che, nell’estate del 942, cadde malato e volle tornare presso il suo monastero di San Martino a Tours, dove morì nell’ottavario del Santo, il 18 settembre 942.“Solo chi è unito spiritualmente a Cristo può partecipare degnamente al suo corpo eucaristico: in caso contrario, mangiare la sua carne e bere il suo sangue non sarebbe di giovamento ma di condanna”. Così il Papa ha sintetizzato oggi uno degli aspetti caratteristici della spiritualità di Oddone di Cluny: la devozione al Corpo e al Sangue di Cristo, che egli volle mettere a riparo da “una estesa trascuratezza da lui vivacemente deplorata”. Purtroppo, annota l’abate, questo “sacrosanto mistero del Corpo del Signore, nel quale consiste tutta la salvezza del mondo”, viene “negligentemente celebrato”. Ma i sacerdoti – ammonisce Oddone – che “accedono all’altare indegnamente, macchiano il pane, cioè il Corpo di Cristo””. Di qui la necessità, ha ribadito Benedetto XVI attualizzando a braccio la figura del santo al centro del’udienza generale di oggi, di “credere con forza e profondità nella verità della presenza del Signore, nella presenza di Cristo tra di noi che si dà nelle nostre mani e ci trasforma, e trasforma così il mondo”. “L’Europa e il mondo di oggi hanno bisogno di uno spirito di comunione”. Lo ha detto oggi il Papa, che salutando i pellegrini polacchi al termine dell’udienza generale di oggi ha ricordato il 70° anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale, che si è celebrato ieri. “Nella memoria dei popoli – le parole di Benedetto XVI – rimangono le umane tragedie e l’assurdità della guerra. Chiediamo a Dio che lo spirito del perdono, della pace e della riconciliazione pervada i cuori degli uomini”. “L’Europa e il mondo di oggi hanno bisogno di uno spirito di comunione”, ha proseguito il Papa: “Costruiamola su Cristo e sul suo Vangelo, sul fondamento della carità e della verità”, ha esortato il Papa impartendo la sua benedizione sui presenti e su “tutti coloro che contribuiscono a creare il clima della pace”.“Auspico che la riflessione comune tra cattolici e ortodossi sulla figura di Sant’Agostino possa rafforzare il cammino verso la piena comunione”. Questo l’augurio del Papa, formulato oggi al termine dell’udienza generale, durante i saluti in lingua italiana. L’occasione per le parole del Pontefice, il seminario interculturale organizzato su questo tema della Pontificia Università “Antonianum” e dall’Università di Tessalonica. Salutando inoltre, come di consueto al termine di ogni appuntamento del mercoledì, i giovani, Benedetto XVI li ha invitati ad “accogliere la Parola del Signore con il coraggio e la fantasia che contraddistingue la vostra età”.