Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, OMAGGIO ALL’IMMACOLATA: ‘MARIA DACCI IL CORAGGIO DI DIRE NO AGLI INGANNI DEL MALE’

Ha citato ancora una volta Dante il Papa ieri pomeriggio, nel tradizionale omaggio alla statua della Madonna in Piazza di Spagna, a Roma, nella solennità dell’Immacolata. Dopo che nell’Angelus in piazza San Pietro aveva recitato i versetti dell’ultimo Canto del Paradiso (“Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, / umile ed alta più che creatura, / termine fisso d’eterno consiglio”), nel pomeriggio, davanti a decine di migliaia di persone, Benedetto XVI è ricorso ancora allo stesso canto di Dante. “Tu ‘sei di speranza fontana vivace’ (Paradiso, XXXIII, 12), ha ricordato per sottolineare, come “per noi mortali” il “Cuore immacolato di Maria” sia la “sorgente” alla quale i cristiani possono attingere “fede e consolazione, gioia e amore, sicurezza e pace”.

Benedetto XVI è arrivato in piazza di Spagna verso le 16 e dopo una preghiera di introduzione ha donato un cesto di un centinaio di rose di color rosa, poste alla base dell’alta colonna su cui poggia la statua di bronzo della Vergine. Dopo alcuni canti e riflessioni tratte dai testi del Concilio Vaticano II, il papa ha preso la parola e ha letto il suo omaggio alla Madonna, rivolgendosi a Lei direttamente.

“O Maria, Vergine Immacolata – ha esordito il Papa – (…)Ti salutiamo e Ti invochiamo con le parole dell’Angelo: ‘piena di grazia’ (Lc 1,28), il nome più bello, con il quale Dio stesso Ti ha chiamata sin dall’eternità. ‘Piena di grazia’ Tu sei, Maria, colma dell’amore divino dal primo istante della tua esistenza, provvidenzialmente predestinata ad essere la Madre del Redentore, ed intimamente associata a Lui nel mistero della salvezza. Nella tua Immacolata Concezione rifulge la vocazione dei discepoli di Cristo, chiamati a diventare, con la sua grazia, santi e immacolati nell’amore (cfr Ef 1,4). In Te brilla la dignità di ogni essere umano, che è sempre prezioso agli occhi del Creatore. Chi a Te volge lo sguardo, o Madre Tutta Santa, non perde la serenità, per quanto dure possano essere le prove della vita. Anche se triste è l’esperienza del peccato, che deturpa la dignità di figli di Dio, chi a Te ricorre riscopre la bellezza della verità e dell’amore, e ritrova il cammino che conduce alla casa del Padre”.

“’Piena di grazia’ – ha proseguito Benedetto XVI – Tu sei, Maria, che accogliendo con il tuo ‘sì’ i progetti del Creatore, ci hai aperto la strada della salvezza. Alla tua scuola, insegnaci a pronunciare anche noi il nostro ‘sì’ alla volontà del Signore. Un ‘sì’ che si unisce al tuo’sì’ senza riserve e senza ombre, di cui il Padre celeste ha voluto aver bisogno per generare l’Uomo nuovo, il Cristo, unico Salvatore del mondo e della storia. Dacci il coraggio di dire ‘no’ agli inganni del potere, del denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all’ipocrisia, all’egoismo e alla violenza. ‘No’ al Maligno, principe ingannatore di questo mondo. ‘Sì’ a Cristo, che distrugge la potenza del male con l’onnipotenza dell’amore. Noi sappiamo che solo cuori convertiti all’Amore, che è Dio, possono costruire un futuro migliore per tutti”.

Nella chiusura della sua preghiera il Papa ha invocato la protezione di Maria sulla città di Roma “perché l’autentico spirito evangelico ne animi ed orienti i comportamenti”, sull’Italia e l’Europa “affinché dalle antiche radici cristiane sappiano i popoli trarre nuova linfa per costruire il loro presente e il loro futuro” e per il mondo intero “perché, nel rispetto dell’umana dignità e nel ripudio di ogni forma di violenza e di sfruttamento, vengano poste basi salde per la civiltà dell’amore”. L’ultima invocazione all’Immacolata “specialmente per quanti ne hanno maggiormente bisogno: per gli indifesi, per gli emarginati e gli esclusi, per le vittime di una società che troppo spesso sacrifica l’uomo ad altri scopi e interessi”.