Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: NEMMENO LA MORTE PUO’ RENDERE VANA LA SPERANZA DEL CREDENTE

“Nemmeno la morte può rendere vana la speranza del credente, perché Cristo è entrato per noi nel santuario del cielo, e là vuole condurci, dopo averci preparato un posto”. Con queste parole il Papa ha ricordato i cardinali e vescovi defunti nel corso di quest’anno, a suffragio dei quali Benedetto XVI ha celebrato oggi la cappella papale, nella Basilica di S. Pietro. Commentando il Salmo 42, in cui campeggia “l’anelito struggente di un levita che, lontano da Gerusalemme e dal tempio, desidera ritornarvi per stare nuovamente al cospetto del Signore”, il Santo Padre ha osservato: “Questa sete contiene una verità che non tradisce,. Una speranza che non delude. E’ una sete che, anche attraverso la notte più oscura, illumina il cammino verso la sorgente della vita, come ha cantato con mirabili espressioni S. Giovanni della Croce”. “Con questa fede e questa speranza i nostri cari fratelli defunti hanno recitato innumerevoli volte tale Salmo”, ha aggiunto il Papa: “Come sacerdoti ne hanno sperimentato tutta la risonanza esistenziale, prendendo anche su di sé le accuse e le derisioni di quanti dicono ai credenti nella prova: Dov’è il tuo Dio?’”. “Diventare amici di Gesù”: questa “è stata la grazia più preziosa di tutta la loro vita”, ha detto il Papa ricordando i suoi confratelli scomparsi nel 2007.

“Sono stati certamente – ha spiegato – uomini con caratteristiche diverse, sia per le vicende personali che per il mistero esercitato; tutti però hanno avuto in comune la cosa più grande: l’amicizia con il Signore Gesù”, tramite “un’esperienza di comunione divina che tende per sua natura ad occupare l’intera esistenza, per trasfigurarla e prepararla alla gloria della vita eterna”. Secondo il Pontefice, “è consolante e salutare, nella preghiera per i defunti, meditare sulla fiducia di Gesù verso il Padre suo e lasciarsi così avvolgere dalla luce serena di questo abbandono assoluto del Figlio alla volontà del suo ‘Abbà’”. Risiede in questo la “fiducia nel soccorso del Signore”: “una fiducia – ha sottolineato il Papa – che a volte il popolo, purtroppo, ha smentito per incostanza e superficialità, giungendo fino ad abusare della benevolenza divina. Nella Persona di Gesù, invece, l’amore per Dio Padre diventa pienamente sincero, autentico, fedele. Egli assume in sé tutta la realtà dell’antico Israele e la porta a compimento”. “Questa singolare fiducia di Cristo è passata a noi mediante il dono dello Spirito Santo alla Chiesa, di cui siamo entrati a far parte col Sacramento del Battesimo”, e “tale identificazione è rafforzata in quanti, per una speciale chiamata del Signore, sono stati configurati a Lui nell’Ordine Sacro”.

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