Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, NEGLI AUGURI ALLA CURIA IL BILANCIO DI UN ANNO DI PONTIFICATO

È stato il racconto dei quattro viaggi apostolici del 2006 a fare da sfondo all’incontro di oggi di Benedetto XVI con la Curia romana per il tradizionale scambio di auguri (testo integrale). Viaggi riletti alla luce della correlazione “del tema Dio col tema pace”. “La pace sulla terra non può trovarsi senza la riconciliazione con Dio, senza l’armonia tra cielo e terra” ha detto il Papa che nel suo resoconto è partito dal viaggio in Polonia e dal ricordo di Giovanni Paolo II, “della sua fede incrollabile, della sua dedizione… In Polonia, ovunque sono andato, ho trovato la gioia della fede. Una visita che è stata, per me, una festa della cattolicità”. Benedetto XVI è ritornato con la memoria ad Auschwitz-Birkenau e a quell’arcobaleno che comparve allora nel cielo definito “una risposta” della presenza Dio “davanti all’orrore di quel luogo”.

All’insegna del matrimonio e della famiglia il viaggio a Valencia, in Spagna. A riguardo Benedetto XVI ha espresso “preoccupazione per le leggi sulle coppie di fatto”. “Quando vengono create nuove forme giuridiche che relativizzano il matrimonio – ha affermato – la rinuncia al legame definitivo ottiene, per così dire, anche un sigillo giuridico”. Non meno preoccupante è “la relativizzazione della differenza dei sessi. Diventa così uguale il mettersi insieme di un uomo e una donna o di due persone dello stesso sesso”.

Alle accuse di ingerenza della Chiesa “in questi affari” il Papa ha opposto “il dovere dei credenti” di “alzare la voce per difendere l’uomo”. Riferendo del viaggio in Baviera il cui “grande tema” è stato “Dio” Benedetto XVI ha parlato del “sacerdozio e del dialogo”. “Il sacerdote – ha spiegato – deve conoscere Dio dal di dentro e portarlo agli uomini: è questo il servizio prioritario di cui l’umanità ha bisogno” e il celibato “può essere compreso e vissuto solo in base a questa impostazione di fondo”.

Sul dialogo la memoria di Benedetto XVI è tornata a Regensburg: “diventa sempre più evidente, quanto il mondo abbia bisogno del dialogo tra fede e ragione… La ragione ha bisogno del Logos che sta all’inizio ed è la nostra luce; la fede ha bisogno del colloquio con la ragione moderna, per rendersi conto della propria grandezza e corrispondere alle proprie responsabilità”.

Dal dialogo tra fede e ragione a quello con l’Islam. “In un dialogo da intensificare con l’Islam – ha detto il Papa parlando del viaggio in Turchia – dovremo tener presente il fatto che il mondo musulmano si trova oggi davanti a un compito molto simile a quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell’illuminismo. Si tratta dell’atteggiamento che la comunità dei fedeli deve assumere di fronte alle convinzioni e alle esigenze affermatesi nell’illuminismo. Da una parte, ci si deve contrapporre a una dittatura della ragione positivista che esclude Dio dalla vita della comunità e dagli ordinamenti pubblici. D’altra parte, è necessario accogliere le vere conquiste dell’illuminismo, i diritti dell’uomo e specialmente la libertà della fede e del suo esercizio”. Anche il mondo islamico “sta davanti al compito di trovare a questo riguardo le soluzioni adatte. Il contenuto del dialogo tra cristiani e musulmani sarà in questo momento soprattutto quello di incontrarsi in questo impegno per trovare le soluzioni giuste”.

Non è mancato, infine, il ricordo delle “ore felici di vicinanza ecumenica nell’incontro con il patriarca ecumenico Bartholomaios I. Abbiamo fatto l’esperienza di un’unità profonda nella fede e pregheremo il Signore affinché ci doni presto anche la piena unità nella comune frazione del Pane”.Sir

Discorso di auguri alla Curia romana (22 dicembre 2006)