Quando i monaci vivono il Vangelo in modo radicale, il monachesimo può costituire per tutte le forme di vita religiosa e di consacrazione una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesimale: cercare Cristo e nulla anteporre al suo amore. Lo ha detto il Papa ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che celebra i suoi cento anni di vita e di attività, ricevuti questa mattina in udienza. Rivolgendosi al prefetto card. Franc Rodé e ai membri della Congregazione, Benedetto XVI ha rammentato la Costituzione apostolica Sapienti Consilio del 1908, con cui San Pio X rese autonomo il dicastero. In occasione del centenario, la Congregazione promuove il 22 novembre il congresso Cento anni al servizio della vita consacrata. Dopo aver osservato che i consacrati costituiscono una eletta porzione del Popolo di Dio, il Papa ha definito a sé particolarmente caro il monachesimo, tema della plenaria, ed ha auspicato che da essa possano scaturire indicazioni utili a quanti, monaci e monache, cercano Dio’, realizzando questa loro vocazione per il bene di tutta la Chiesa.Richiamando il suo recente discorso al mondo della cultura, nello scorso settembre a Parigi, Benedetto XVI ha ribadito l’esemplarità della vita monastica nella storia, sottolineandone lo scopo semplice ed insieme essenziale: quaerere Deum attraverso le realtà invisibili che sono eterne. La via additata da Dio per questa ricerca ha spiegato il Pontefice è la sua stessa Parola. Desiderio di Dio e amore per la sua Parola si alimentano pertanto reciprocamente e generano nella vita monastica l’esigenza insopprimibile dell’opus Dei, dello studium orationis e della lectio divina. Di qui il richiamo all’appello a tutti i cristiani del recente Sinodo dei Vescovi sulla Parola a radicare la loro esistenza nell’ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Sacre Scritture, e l’invito, specialmente alle comunità religiose e ad ogni uomo e donna consacrati, a fare della Parola di Dio il cibo quotidiano, in particolare attraverso la pratica della lectio divina. Chi entra in monastero vi cerca un’oasi spirituale dove apprendere a vivere da veri discepoli di Gesù. E’ questa ha concluso Benedetto XVI la testimonianza che la Chiesa chiede al monachesimo anche in questo nostro tempo. Di qui l’auspicio: Possano i monasteri essere sempre più oasi di vita ascetica.Sir