Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: MESSAGGIO GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2007

“Rispettando la persona si promuove la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un autentico umanesimo integrale. È così che si prepara un futuro sereno per le nuove generazioni”. Così Benedetto XVI, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2007, che ha per tema “Persona umana, cuore della pace”. Nel messaggio, reso noto oggi, il Papa tratta vari aspetti: “la persona umana e la pace: dono e compito”, “il diritto alla vita e alla libertà religiosa”, “l’uguaglianza di natura di tutte le persone”, “l’ecologia della pace”, “visioni riduttive dell’uomo”, “diritti umani e organizzazioni internazionali”, “diritto internazionale umanitario e diritto interno degli Stati”, “la Chiesa a tutela della trascendenza della persona umana”. “Ogni cristiano – ha scritto il Santo Padre nel messaggio – si senta impegnato ad essere infaticabile operatore di pace e strenuo difensore della dignità della persona umana e dei suoi inalienabili diritti”. Di qui l’invito affinché “non venga mai meno il contributo di ogni credente alla promozione di un vero umanesimo integrale secondo gli insegnamenti delle lettere encicliche Popolorum progressio e Sollecitudo rei socialis, delle quali ci apprestiamo a celebrare proprio quest’anno il 40° e il 20° anniversario”.

“Perché creato ad immagine di Dio – spiega il Papa – l’individuo umano ha la dignità di persona”, e, al tempo stesso, “egli è chiamato, per grazia, ad un’alleanza con il suo Creatore, a offrirgli una risposta di fede e di amore che nessun altro può dare al posto suo”. Di qui “il compito affidato all’essere umano di maturare se stesso nella capacità d’amore e di far progredire il mondo, rinnovandolo nella giustizia e nella pace”. Anche la pace, ha aggiunto il Pontefice, è “un compito che impegna ciascuno ad una risposta personale coerente col piano divino. Il criterio cui deve ispirarsi tale risposta non può che essere il rispetto della ‘grammatica’ scritta nel cuore dell’uomo dal divino suo Creatore”. In tale prospettiva, “le norme del diritto naturale non vanno considerate come direttive che si impongono dall’esterno”, ma “vanno accolte come una chiamata a realizzare fedelmente l’universale progetto divino iscritto nella natura dell’essere umano”. Il riconoscimento e il rispetto della legge naturale “costituiscono anche oggi la grande base per il dialogo tra i credenti delle diverse religioni e tra i credenti e gli stessi non credenti. È questo un grande punto di incontro e, quindi, un fondamentale presupposto per un’autentica pace”.

Il dovere del rispetto per la dignità di ogni essere umano, ha chiarito il Papa, comporta come conseguenza che “della persona non si possa disporre a piacimento”. Consapevole di ciò, “la Chiesa si fa paladina dei diritti fondamentali di ogni persona” e in particolare “rivendica il rispetto della vita e della libertà religiosa di ciascuno”. Per quanto concerne il diritto alla vita, ha aggiunto Benedetto XVI, oggi, “accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall’aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni e dall’eutanasia”. Allo stesso modo, “un altro preoccupante sintomo di mancanza di pace nel mondo è rappresentato dalle difficoltà che tanto i cristiani quanto i seguaci di altre religioni incontrano spesso nel professare pubblicamente e liberamente le proprie convinzioni religiose”. All’origine di non poche tensioni che minacciano la pace, poi, “sono sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nel mondo”. Tra esse “particolarmente insidiose” sono “le disuguaglianze nell’accesso a beni essenziali, come il cibo, l’acqua, la casa, la salute” e anche “le persistenti disuguaglianze tra uomo e donna nell’esercizio dei diritti umani fondamentali”.

Il Papa parla, quindi, di “ecologia della natura”, “umana” e “sociale”. “L’esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso verso l’ambiente – osserva – reca danni alla convivenza umana, e viceversa. Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace con il creato e la pace tra gli uomini”. Un problema sempre più grave è quello dei “rifornimenti energetici”, per cui da un lato ci sono “nuove Nazioni” entrate “con slancio” nella produzione industriale, “incrementando i bisogni energetici”, dall’altro, “in alcune regioni del pianeta si vivono ancora condizioni di grande arretratezza, in cui lo sviluppo è praticamente inceppato anche a motivo del rialzo dei prezzi dell’energia”. “La distruzione dell’ambiente, un suo uso improprio o egoistico e l’accaparramento violento delle risorse della terra – riflette il Papa – generano lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché sono frutto di un concetto disumano di sviluppo”. Un altro pericolo per la pace è coltivare “concezioni antropologiche che rechino in se stesse il germe della contrapposizione e della violenza. Ugualmente inaccettabili sono concezioni di Dio che stimolino all’insofferenza verso i propri simili e al ricorso alla violenza nei loro confronti”. Negativa è pure l’“indifferenza per ciò che costituisce la vera natura dell’uomo”.

“Una pace vera e stabile – osserva il Papa – presuppone il rispetto dei diritti dell’uomo”; è evidente, quindi, “la profonda insufficienza di una concezione relativistica della persona, quando si tratta di giustificarne e difenderne i diritti. Solo se radicati in oggettive istanze della natura donata all’uomo dal Creatore, i diritti a lui attribuiti possono essere affermati senza timore di smentita”. È importante, perciò, che “gli Organismi internazionali, preposti alla tutela dei diritti umani, “non perdano di vista il fondamento naturale dei diritti dell’uomo”. Connesso ai “diritti umani inalienabili” è stato elaborato “un diritto internazionale umanitario, alla cui osservanza gli Stati sono impegnati anche in caso di guerra”, ma ciò, denuncia il Papa, non ha trovato “coerente attuazione” in alcune situazioni di guerra recenti, come nel “Libano del Sud”. Dinanzi “agli sconvolgenti scenari di questi ultimi anni”, in particolare il terrorismo, “gli Stati non possono non avvertire la necessità di darsi delle regole più chiare, capaci di contrastare efficacemente la drammatica deriva a cui stiamo assistendo”. La guerra, infatti, è sempre “un insuccesso per la comunità internazionale”. Altro elemento di inquietudine è “la volontà, manifestata di recente da alcuni Stati, di dotarsi di armi nucleari”.Sir

Il testo integrale del Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2007