Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, MESSAGGIO GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE: IL PRIMO SERVIZIO DELLA CHIESA ALL’UMANITA’

“L’impegno missionario resta il primo servizio che la Chiesa deve all’umanità di oggi, per orientare ed evangelizzare le trasformazioni culturali, sociali ed etiche; per offrire la salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo, in tante parti del mondo umiliato e oppresso a causa di povertà endemiche, di violenza, di negazione sistematica di diritti umani”. E’ la parte centrale del messaggio del Papa per la Giornata missionaria mondiale, in programma il 21 ottobre prossimo sul tema: “Tutte le Chiese per tutto il mondo”. “A questa missione universale – prosegue Benedetto XVI nel documento diffuso oggi – la Chiesa non può sottrarsi; essa riveste per essa una forza obbligante”. Il mandato missionario, ricorda il Papa, è stato affidato da Cristo “in primo luogo a Pietro e agli Apostoli”, e dunque “oggi compete anzitutto al Successore di Pietro, che la Provvidenza divina ha scelto come fondamento visibile dell’unità della Chiesa, ed ai Vescovi direttamente responsabili dell’evangelizzazione sia come membri del Collegio episcopale, che come Pastori delle Chiese particolari”. Di qui l’appello papale “ai Pastori di tutte le Chiese posti dal Signore a guida dell’unico suo gregge, perché condividano l’assillo dell’annuncio e della diffusione del Vangelo”.

“Rilanciare l’azione missionaria di fronte alle molteplici e gravi sfide del nostro tempo”. E’ l’invito lanciato dal Papa nel messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale. A 50 dalla “Fidei donum” di Pio XII, Benedetto XVI ribadisce che “l’annuncio del Vangelo continua a rivestire i caratteri dell’attualità e dell’urgenza”. “Sono certo mutate le condizioni in cui vive l’umanità, e in questi decenni un grande sforzo è stato compiuto per la diffusione del Vangelo, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II”, riconosce il Pontefice, ma “resta tuttavia ancora molto da fare per rispondere all’appello missionario”. Alle Chiese “di antica tradizione”, che “in passato hanno fornito alle missioni, oltre che mezzi materiali, anche un numero consistente di sacerdoti, religiosi, religiose e laici, dando vita a un’efficace cooperazione fra comunità cristiane”, il Papa chiede di evitare “il rischio di il rischio di rinchiudersi in se stesse, di guardare con ridotta speranza al futuro e di rallentare il loro sforzo missionario”, di fronte “all’avanzata della cultura secolarizzata” e a fenomeni come “la crisi della famiglia, la diminuzione delle vocazioni e il progressivo invecchiamento del clero”

“Pur incontrando non poche difficoltà ed ostacoli nel loro sviluppo”, osserva il Papa, le Chiese di recente evangelizzazione “sono in crescita costante”, tanto che “alcune abbondano fortunatamente di sacerdoti e di persone consacrate, non pochi dei quali, pur essendo tante le necessità in loco, vengono tuttavia inviati a svolgere il loro ministero pastorale e il loro servizio apostolico altrove, anche nelle terre di antica evangelizzazione”. Nasce da qui quel “provvidenziale scambio di doni” che caratterizza oggi la cooperazione missionaria e che il Papa auspica che “si intensifichi, valorizzando le potenzialità e i carismi di ciascuno”. Tutto ciò, in modo da “rendere sempre più consapevoli tutte le comunità cristiane” che “la Chiesa è missionaria per natura”, come scrive Giovanni Paolo II nella “Redemptoris missio”, e dunque che “tutta la Chiesa e ciascuna chiesa è invitata alle genti”, poiché “il mandato di Cristo non è qualcosa di contingente e di esteriore, ma raggiunge il cuore stesso della Chiesa”. Nel messaggio, Benedetto XVI cita il “nuovo soggetto missionario” costituito dai “fidei donum”, ringraziando “per i frutti abbondanti ottenuti da questa cooperazione missionaria in Africa e in altre regioni della terra”.

“Ogni comunità cristiana nasce missionaria”, ed è “sulla base del coraggio di evangelizzare che si misura l’amore dei credenti”. Scrive ancora il Papa, nel messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale. “Per i singoli fedeli – osserva Benedetto XVI – non si tratta più semplicemente di collaborare all’attività di evangelizzazione, ma di sentirsi essi stessi protagonisti e corresponsabili della missione della Chiesa”. Una “corresponsabilità”, questa, che “comporta che cresca la comunione tra le comunità e si incrementi l’aiuto reciproco per quanto concerne sia il personale (sacerdoti, religiosi, religiose e laici volontari) che l’utilizzo dei mezzi oggi necessari per evangelizzare”. Benedetto XVI sottolinea che “schiere di sacerdoti, dopo aver lasciato le comunità d’origine, hanno posto le loro energie apostoliche al servizio di comunità talora appena nate, in zone di povertà e in via di sviluppo. Tra loro ci sono non pochi martiri che, alla testimonianza della parola e alla dedizione apostolica, hanno unito il sacrificio della vita”: di qui l’auspicio “che il loro esempio susciti ovunque nuove vocazioni e una rinnovata consapevolezza missionaria nel popolo cristiano”.

SirIl testo integrale del Messaggio per la Giornata missionaria 2007