Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: L’OCCIDENTE HA DIMENTICATO L’ESSERE

Benedetto XVI è tornato a denunciare la drammatica crisi di identità e di cultura che sta vivendo l’Occidente e ad ammonire che una scienza senza Dio farà precipitare l’uomo come Icaro. Intervenendo oggi all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Lateranense, la “sua” università, come ha detto appena arrivato, e della nuova biblioteca Pio IX, Benedetto XVI, alla presenza del card. Camillo Ruini e del rettore mons. Fisichella, ha ripetuto l’avvertimento che era stato al centro del suo intervento di giovedì scorso a Verona: “Il contesto contemporaneo – ha detto il Papa – sembra dare il primato a un’intelligenza artificiale che diventa sempre più succube della tecnica sperimentale e dimentica in questo modo che ogni scienza deve pur sempre salvaguardare l’uomo e promuovere la sua tensione verso il bene autentico. Sopravvalutare il ‘fare’ oscurando l”essere’ non aiuta a ricomporre l’equilibrio fondamentale di cui ognuno ha bisogno per dare alla propria esistenza un solido fondamento e una valida finalità”.

Benedetto XVI ha messo in guardia dal “lasciarsi prendere dal gusto della scoperta senza salvaguardare i criteri che vengono da una visione più profonda” portando in esempio il mito antico di Icaro, che “preso dal gusto del volo verso la libertà assoluta e incurante dei richiami del vecchio padre Dedalo”, pagò con lo scotto della vita la sua “illusione”. “Nella vita – ha aggiunto Benedetto XVI – vi sono altre illusioni a cui non ci si può affidare, senza rischiare conseguenze disastrose per la propria ed altrui esistenza”.

Secondo Benedetto XVI, “l’Università è uno dei luoghi più qualificati per tentare di trovare le strade opportune per uscire da questa situazione. Nell’Università, infatti, si custodisce la ricchezza della tradizione che permane viva nei secoli; in essa può essere illustrata la fecondità della verità quando viene accolta nella sua autenticità con animo semplice ed aperto. Nell’Università si formano le nuove generazioni, che attendono una proposta seria, impegnativa e capace di rispondere alla perenne domanda sul senso della propria esistenza. Questa attesa non dev’essere delusa”.

Per questo, rivolgendosi agli accademici, il papa ha sottolineato che “il docente universitario ha il compito non solo di indagare la verità e di suscitarne perenne stupore, ma anche di promuoverne la conoscenza in ogni sfaccettatura e di difenderla da interpretazioni riduttive e distorte. Porre al centro il tema della verità non è un atto meramente speculativo, ristretto a una piccola cerchia di pensatori; al contrario, è una questione vitale per dare profonda identità alla vita personale e suscitare la responsabilità nelle relazioni sociali (cfr Ef 4,25)”. “Di fatto, se si lascia cadere la domanda sulla verità e la concreta possibilità per ogni persona di poterla raggiungere, la vita finisce per essere ridotta ad un ventaglio di ipotesi, prive di riferimenti certi”.

“Apprendere la vera essenza delle cose – ha continuato Benedetto XVI rifacendosi al famoso umanista Erasmo – abilita ad entrare progressivamente nel cuore delle questioni e apre alla passione per la verità e alla gioia per averla trovata”.

Il papa ha concluso spiegando che per il credente conoscere la verità, cioè Dio, vuol dire anche trovare la libertà: “Dio è la verità ultima a cui ogni ragione naturalmente tende, sollecitata dal desiderio di compiere fino in fondo il percorso assegnatole. Dio non è una parola vuota né un’ipotesi astratta; al contrario, è il fondamento su cui costruire la propria vita”. “Il credente – infine – sa che questo Dio ha un volto e che, una volta per sempre, con Gesù Cristo si è fatto vicino ad ogni uomo. Conoscere Lui è conoscere la verità piena, grazie alla quale si trova la libertà”.