L’Eucaristia come fonte inesauribile di santità. Ne ha parlato questa mattina Papa Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla plenaria della Congregazione per il Culto divino. “Ho accolto volentieri ha detto il Papa – la proposta che la plenaria si occupasse del tema dell’adorazione eucaristica, nella fiducia che una rinnovata riflessione collegiale su tale prassi potesse contribuire a mettere in chiaro, i mezzi liturgici e pastorali con cui la Chiesa dei nostri tempi può promuovere la fede nella presenza reale del Signore nella Santa Eucaristia e assicurare alla celebrazione della Messa tutta la dimensione dell’adorazione”. Il Papa ha quindi citato l’Esortazione apostolica Sacramentum caritatis, in cui si raccoglievano i frutti della XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo, svoltasi nell’ottobre del 2005. Ed ha ricordato che in quella occasione i padri sinodali non avevano mancato di manifestare preoccupazione per una certa confusione ingeneratasi, dopo il Concilio Vaticano II, circa la relazione tra Messa e adorazione del Santissimo Sacramento. Anche Giovanni Paolo II aveva espresso la stessa preoccupazione per le devianze che hanno talvolta inquinato il rinnovamento liturgico post-conciliare, rivelando una ‘comprensione assai riduttiva del mistero eucaristico'”. Nostro compito ha detto il Papa – è percepire il preziosissimo tesoro di questo ineffabile mistero di fede. Il Papa ha concluso il suo intervento con un invito a vivere la Quaresima “come arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi”. “Ricordando tre pratiche penitenziali molto care alla tradizione biblica e cristiana – la preghiera, l’elemosina, il digiuno – aggiunge il Pontefice – incoraggiamoci a vicenda a riscoprire e vivere con rinnovato fervore il digiuno non solo come prassi ascetica, ma anche come preparazione all’Eucaristia e come arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stesso. Questo periodo intenso della vita liturgica – conclude – ci aiuti ad allontanare tutto ciò che distrae lo spirito e a intensificare ciò che nutre l’anima, aprendola all’amore di Dio e del prossimo”.Sir