Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: «LA RELIGIONE BIBLICA NON È ASTRATTA NÉ INTIMISTICA, MA FERMENTO DI GIUSTIZIA E SOLIDARIETÀ»

“La religione biblica non è astratta né intimistica, ma è fermento di giustizia e di solidarietà”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI, durante la catechesi del mercoledì, nella quale ha commentato il salmo 121, il saluto alla città santa di Gerusalemme. “Città salda e compatta”, queste le parole del Salmo, Gerusalemme è “simbolo di sicurezza e di stabilità”, ha detto il Papa, “il cuore dell’unità delle dodici tribù di Israele, che convergono verso di essa come centro della loro fede e del loro culto”. Gerusalemme era anche la “capitale politica” e “la sede giudiziaria più alta, ove si risolvevano in ultima istanza le controversie”. Il Salmo traccia quindi “un ritratto ideale della città santa nella sua funzione religiosa e sociale, mostrando che la religione biblica non è astratta né intimistica, ma è fermento di giustizia e di solidarietà. Alla comunione con Dio – ha sottolineato il Papa rivolgendosi alla folla di pellegrini in piazza San Pietro – segue necessariamente quella dei fratelli tra loro”.

Benedetto XVI ha spiegato poi che il saluto ebraico “Shalom” “allude alla pace messianica, che raccoglie in sé gioia, prosperità, bene, abbondanza” e che nel Salmo si aggiunge la parola “bene”: “Si ha, così, in forma anticipata il saluto francescano: ‘Pace e bene!'”. E fuori testo ha aggiunto “Abbiamo tutti un’anima francescana”. “È un auspicio di benedizione sui fedeli che amano la città santa – ha quindi precisato – sulla sua realtà fisica di mura e palazzi nei quali pulsa la vita di un popolo, su tutti i fratelli e gli amici. In tal modo Gerusalemme diventerà un focolare di armonia e di pace”. Citando poi una riflessione di san Gregorio Magno il Papa ha affermato che, come “in un edificio una pietra sostiene l’altra”, anche nella “Chiesa ciascuno sostiene ed è sostenuto. I più vicini si sostengono a vicenda, e così per mezzo di essi si innalza l’edificio della carità”. Ed ancora fuori testo il Papa ha invitato a pregare per Gerusalemme.

Tra i saluti ai pellegrini il Papa ha ricordato i fedeli della diocesi di Aosta, accompagnati dal vescovo mons. Giuseppe Anfossi. “Cari amici – ha detto loro -, ricordo con sempre viva gratitudine la cordiale accoglienza che mi avete riservato quest’estate nelle vostre belle montagne”. Un pensiero finale l’ha dedicato “ai malati, agli sposi novelli e ai giovani” augurando loro “di imitare l’esempio del beato Giovanni XXIII, di cui ieri abbiamo celebrato la memoria: sforzatevi, come lui, di vivere in modo autentico la vocazione cristiana”.Sir