Benedetto XVI

Benedetto XVI: la pace è possibile

L’appuntamento di inizio anno in Vaticano, con gli ambasciatori presso la Santa Sede, riuniti in udienza dal Papa per lo scambio di auguri, assume un particolare rilievo per lo “sguardo” sulla situazione sociale e politica del mondo da parte di un “osservatore” particolare quale è il Pontefice. Nell’incontro dell’8 gennaio, a nome di tutti i diplomatici accreditati in Vaticano, ha rivolto il messaggio di auguri a Benedetto XVI l’ambasciatore della Repubblica di S.Marino, Giovanni Galassi, decano del Corpo Diplomatico. Tra l’altro ha affermato che “occorre constatare senza ipocrisie che il fossato tra il Nord ed il Sud del mondo è sempre più ampio e che vaste aree del pianeta vengono ancora depredate da Paesi già ricchi, accentuando la spirale di povertà delle popolazioni locali per il loro debito estero o per la permanenza improduttiva di pluriennali sanzioni economiche”. Alle sue parole ha risposto il Papa con un lungo discorso nel quale ha passato in rassegna i principali problemi che il mondo ha davanti. Qui di seguito una sintesi dei passaggi più rilevanti.

“LO SCANDALO DELLA FAME È INACCETTABILE”. Benedetto XVI ha ben presenti le “sfide” che attendono il mondo nell’anno 2007 e all’inizio del proprio intervento ha messo a fuoco, “tra le questioni essenziali” quella dei “milioni di persone, specialmente alle donne e ai bambini, che mancano di acqua, di cibo, di un tetto”. “Lo scandalo della fame, che tende ad aggravarsi – ha aggiunto – è inaccettabile in un mondo che dispone dei beni, delle conoscenze e dei mezzi per porvi fine”. Ha così aggiunto che “è necessario augurarsi la ripresa dei negoziati commerciali del Doha Development Round dell’Organizzazione mondiale del commercio, come il proseguimento e l’accelerazione del processo di cancellazione e di riduzione del debito dei paesi più poveri, senza che questo sia condizionato a misure di aggiustamento strutturale, nefaste per le popolazioni più vulnerabili”.

“ATTENTATI A VITA E FAMIGLIA”. Dopo aver ricordato le crisi umanitarie e i fenomeni migratori, Benedetto XVI ha portato l’attenzione sui “continui attentati portati alla vita, dal concepimento fino alla morte naturale”. Ha detto in proposito: “Non risparmiano tali attentati anche quelle regioni dove la cultura del rispetto della vita è tradizionale, come in Africa, dove si tenta di banalizzare surrettiziamente l’aborto attraverso il Protocollo di Maputo, così come attraverso il Piano d’Azione adottato dai Ministri della Sanità dell’Unione Africana, e che sarà tra poco sottoposto al Summit dei capi di Stato e di Governo”. “Allo stesso modo – ha aggiunto – si sviluppano minacce contro la struttura naturale della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e tentativi di relativizzarla conferendole lo stesso statuto di forme di unione radicalmente diverse. Tutto ciò costituisce una offesa alla famiglia e contribuisce a destabilizzarla, violandone la specificità ed il ruolo sociale unico”.

AFRICA E MEDIO ORIENTE. Dopo aver ricordato “l’impegno dei Paesi sviluppati a destinare lo 0,7% del loro prodotto interno lordo all’aiuto internazionale”, il Papa ha analizzato le tante situazioni di difficoltà a livello internazionale, soffermandosi in particolare sul continente africano, e richiamando i casi del Darfour, Corno d’Africa, Uganda, Grandi Laghi, Costa d’Avorio e Africa australe. Benedetto XVI ha poi rivolto un pensiero al Brasile, Paese dove si recherà in visita apostolica nel prossimo maggio, citando il miglioramento in atto nel Paese, pur in presenza di disoccupazione e disuguaglianze nella distribuzione dei redditi. Ha quindi avuto pensieri anche per la Colombia, Cuba, il Viet-Nam, Timor Est, Corea, Afghanistan, Sri Lanka, Medio Oriente, Iraq e Iran. Quanto all’Europa, ha ricordato che ci apprestiamo a celebrare il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma e – ha sottolineato – “una riflessione si impone sul Trattato costituzionale. Mi auguro che i valori fondamentali che sono alla base della dignità umana siano pienamente protetti, in particolare la libertà religiosa in tutte le sue dimensioni e i diritti istituzionali delle Chiese”. Accanto alle felicitazioni per l’ingresso nell’Unione europea di Bulgaria e Romania, Benedetto XVI ha auspicato che “la regione dei Balcani giunga alla stabilità che tutti sperano”, citando in particolare l’evoluzione delle vicende in Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Kosovo. Ha infine richiamato il valore e la dignità della persona umana: “Solo rispettando la persona umana – ha detto – è possibile promuovere la pace, e solo costruendo la pace si pongono le basi per un autentico umanesimo integrale”.

Il testo integrale del Discorso di Benedetto XVI al Corpo Diplomatico (8 gennaio 2007)